vangelo del giorno

Non gli sarà spezzato alcun osso

15 GIUGNO (Gv 19,31-37)

L’agnello Pasquale è salvezza dei primogeniti dalla morte. Israele è il primogenito di Dio. Era anche nutrimento per sostenere il cammino verso la pienezza della libertà. La Cena Pasquale in Israele veniva celebrata con un rito perenne di generazione in generazione. Anche Gesù la celebrava ogni anno con grande solennità.

Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne. Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Questo è il rito della Pasqua: nessuno straniero ne deve mangiare. Quanto a ogni schiavo acquistato con denaro, lo circonciderai e allora ne potrà mangiare. L’ospite e il mercenario non ne mangeranno. In una sola casa si mangerà: non ne porterai la carne fuori di casa; non ne spezzerete alcun osso. Tutta la comunità d’Israele la celebrerà. Se un forestiero soggiorna presso di te e vuol celebrare la Pasqua del Signore, sia circonciso ogni maschio della sua famiglia: allora potrà accostarsi per celebrarla e sarà come un nativo della terra. Ma non ne mangi nessuno che non sia circonciso. Vi sarà una sola legge per il nativo e per il forestiero che soggiorna in mezzo a voi». (Cfr. Es 12,1-49).

Gesù è il vero Agnello della Pasqua. La sua carne è offerta in sacrificio per il perdono dei peccati e mangiata perché si possa percorrere il cammino fino al raggiungimento della perfetta libertà, che è da ogni peccato, vizio, trasgressione, disobbedienza. Il suo sangue è bevuto come vita eterna che deve scorrere nelle nostre vene per vivere l’alleanza stipulata con Dio sul fondamento del nuovo comandamento dell’amore.

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

Gesù si immola sul Calvario ed è dal suo costato squarciato che sgorga la nuova vita per l’umanità intera. Lui è il nuovo tempio di Dio dal quale fuoriesce l’acqua e il sangue che dovranno riportare la vera vita sulla nostra terra. È divinamente grande il mistero di Gesù. Oltre ogni pensiero umano. Chi non si immerge in quest’acqua e in questo sangue, chi non se ne sazia, chi li trascura, chi li disprezza, sappia che per lui non ci sarà vita né sulla terra e né nell’eternità beata, perché è Lui la vita di ogni uomo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, saziateci di Gesù. Il deserto è lungo da attraversare e senza la sua acqua e il suo sangue è impossibile farlo.