vangelo del giorno

Non posso fare delle mie cose quello che voglio?

21 SETTEMBRE (Mt 20,1-16)


Ogni parabola evangelica è ricca di una sapienza nuova che urge mettere in piena luce. È intelligenza dello Spirito Santo scoprire le verità contenute in questa sapienza nuova e collegarle le une alle altre, sapendo che una sola verità non è la Verità e una sola luce non è la Luce. La Verità è l’insieme di molteplici verità e più questa moltitudine di verità singole verrà unificata e più la Luce che da esse emana sarà splendente e radiosa. Una sola verità è semplicemente tenebra, non luce, perché essa perde ogni luce se non attinge perennemente la sua luce dalle altre luci.

Nella sapienza nuova di Gesù Signore infatti le verità si illuminano a vicenda. L’una dona luce a tutte le altre. Tutte le altre donano luce all’una. Se viene separata una sola verità dalle altre, essa perde all’istante la sua luce. Diviene tenebra, oscurità, grande falsità, menzogna. Da essa non scaturisce più alcuna salvezza. Questa infatti viene dalla Verità non dalle molteplici luci di verità che la compongono. Questo principio ermeneutico va gridato ad ogni cuore, ogni mente. Tutte le divisioni del corpo di Cristo sono nate e nasceranno perché si è ignorato e si ignora questo principio.

Ma chi è capace di unificare tutte le verità in modo da fare con esse la Verità che redime e salva? Questa capacità è di uno solo. È dello Spirito Santo che è l’Autore della Parola, l’Autore del Vangelo, della Verità. È Lui che deve condurre i credenti a tutta la Verità. A tutta la Verità da comprendere, non ancora compresa. A tutta la Verità da unificare, non ancora unificata. Se il predicatore del Vangelo è nello Spirito Santo, dallo Spirito del Signore viene dotato della capacità sia della conduzione della Parola a tutta la Verità da comprendere come anche della capacità di unificare tutte le verità in una singola Verità, in una singola grande Luce. Molte verità fanno la Verità. Molteplici luci fanno la luce. La sapienza nuova di cui è ricco il Vangelo è questa mirabile unità. 

Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Nella vigna del Signore si va per chiamata del Padrone. Non si va a lavorare di propria iniziativa. La chiamata è per tutti, per ogni ora della giornata. È il Padrone che decide se, quando, dove chiamare. A chi lavora deve essere dato sempre il giusto salario. Per chi lavora nella vigna del Signore il giusto salario è la vita eterna. È verità divina: il Padrone ha una sua particolare legge per il salario. Lui non lo dona in base alle ore di lavoro solamente, bensì anche in relazione alla risposta dell’operaio. Questa legge non toglie nulla a chi ha risposto alla prima ora. Aggiunge invece a chi ha risposto nelle ore successive. Alla giustizia più stretta il Padrone aggiunge la carità più larga. La stretta giustizia non è la Verità della sapienza nuova. Nemmeno la più larga carità è la Verità evangelica. È la Verità evangelica la giustizia insieme alla carità. Non è però la Verità evangelica pretendere il giusto salario o la più larga carità senza lavorare nella vigna.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la Verità Evangelica.