Non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti
Se la Chiesa vuole creare salvezza eterna in questo mondo, se non vuole vivere il comando di Gesù, almeno ascolti il grido di questo dannato così come Gesù ce lo riferisce. Quest’uomo è seriamente preoccupato. Lui è finito nell’inferno. Sa che esso è eterno. Sa che distrugge ogni speranza. Sa che lui è salato con il fuoco, che lo avvolge come le fiamme avvolgevano il roveto ardente senza però consumarlo. Sa che cinque suoi fratelli potrebbero finire in quello stesso luogo e chiede ad Abramo che mandi Lazzaro ad avvisarli perché cambino vita per non finire anch’essi nel tormento del fuoco. Questo non è possibile. La salvezza viene dall’ascolto della Legge e dei Profeti. È questa la via santa per non finire in quel posto di tormenti.
D’altronde Lazzaro era stato mandato a lui come ultima possibilità di salvezza e lui neanche lo ha degnato di uno sguardo. Se lui lo ha trascurato, anche i suoi fratelli lo trascureranno. Chi è fuori della Legge non ascolta, non ha mai ascoltato. Nella Legge si entra per la predicazione della Legge. Non per altre vie. Il dannato è convinto che invece chi viene dall’altro mondo sarà ascoltato. Abramo gli risponde che anche se uno risorgesse dai morti sarebbero persuasi. Abramo dice una cosa verissima. Gesù è risuscitato dai morti, ma non per questo il sinedrio si è convertito. Anzi ha pagato i soldati perché con false testimonianze affermassero che Lui non è risorto. Il sinedrio sa che Lui è risorto, ma i soldati devono invece attestare che il corpo è strato rubato dai suoi discepoli. Cosa rimane allora per accedere alla fede? La Parola, la Legge, la Profezia, i Salmi. Altre vie non sono percorribili. Non esistono. Non sono date.
Gesù infatti non predicò da risorto in Gerusalemme. Non si recò nel Sinedrio per attestare la sua risurrezione. Anche nella risurrezione si deve credere per mezzo della predicazione. Gesù aiutò i suoi discepoli a credere nella sua risurrezione aprendo loro la mente all’intelligenza delle Scritture, spiegando loro Mosè, i Profeti, i Salmi. Questa misericordia che il dannato chiede non è data. Dio mai ascolterà il grido di un solo dannato. Non c’è più alcuna preghiera possibile. Dio è nel suo Cielo, i dannati nel loro inferno. Le linee di comunicazione sono interrotte per l’eternità. Per la salvezza degli altri fratelli rimane la predicazione della Legge e dei Profeti. Sapendo questo la Chiesa e conoscendo che altre vie non sono date, deve porre ogni impegno per intensificare la sua predicazione. Essa deve gridare al mondo che senza misericordia vissuta non si entra in Paradiso. L’egoismo nell’uso delle cose di questo mondo conduce alla perdizione, porta nell’inferno, immerge nelle fiamme eterne, dalle quali mai più si uscirà.
C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”» Lc 16,19-31).
Oggi la situazione spirituale dell’umanità è gravissima. Non ci sono cinque fratelli da salvare, bensì circa sette miliardi di uomini, donne, bambini. I figli della Chiesa, anziché preoccuparsi della salvezza di questi uomini, hanno pensato di fare l’operazione contraria. Non volendo più predicare il Vangelo della salvezza, hanno dichiarato chiuso l’inferno, inesistente, vuoto, senza più abitanti. Hanno fatto e fanno questo in nome della misericordia di Dio. Prima lui aveva una legge sulla misericordia. Ora tutto ad un a tratto, rinnegandosi se stesso e ogni sua Parola, ha deciso la chiusura dell’inferno perché ormai con l’umanità di oggi meglio lasciare perdere Vangelo e Parola, verità e morale, giustizia e fedeltà. Anziché mandarli tutti all’inferno a causa della loro infedeltà, Dio ha pensato di mandarli tutti in Paradiso. Cambio sublime della nozione e della verità della misericordia: condono totale, abolizione del bene del male e di conseguenza chiusura dell’inferno e libertà per tutti. Cambia l’uomo e perché Dio non dovrebbe cambiare! Cosa è questa Parola immutabile nei secoli! Ecco la terza nuova alleanza di Dio con l’uomo, sancita dai “nuovi profeti” del Dio vivente: abolizione della Parola, cancellazione della verità, inutilità dei comandamenti. Solo Paradiso eterno per tutti. Insignificanza della Chiesa!
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da questa alleanza satanica.