Non sei lontano dal regno di Dio

Os 14, 2-20; Sal 80; Mc 12,28-34
29 MARZO

Gesù è perennemente guidato, illuminato, sorretto dalla sapienza dello Spirito Santo. Vede con gli occhi dello Spirito di Dio e secondo il cuore di ciascuno Lui risponde. Nel Vangelo secondo Luca, lo scriba lo interroga sul primo comandamento della Legge, ma per metterlo alla prova. Gesù non risponde. Fa che sia lo scriba a dare la risposta. Poi, alla domanda successiva di spiegazione, Gesù narra la parabola dell’uomo incappato nei briganti. Il cuore dello scriba non va con sincerità. Gesù risponde con prudenza.

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,25-27).

Nel Vangelo secondo Marco invece lo scriba si presenta a Gesù con cuore buono. Chiede per conoscere, non per mettere alla prova. Gesù gli risponde con grande semplicità, ricorrendo al Deuteronomio. Lega in modo inscindibile e inseparabile il comandamento verso Dio e il comandamento verso l’uomo. Dio si ama con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutta la forza. Il prossimo si ama come ognuno ama se stesso. Gesù omette di dire – non era né il momento né la circostanza per poterlo ribadire – che la legge del vero amore è una sola. Essa è la volontà di Dio manifestata nella sua Parola. Nulla è lasciato alla volontà dell’uomo. Anche le modalità concrete sono stabilite da Dio. Significa che, se uno vuole amare Dio e il prossimo, deve obbedienza ad ogni Parola che è uscita dalla bocca di Dio. Dove non c’è obbedienza alla Parola, non c’è amore. Oggi invece si dichiara amore anche l’abominio, la nefandezza, la malvagità, la cattiveria, la crudeltà del cuore e della mente e peggio ancora, si attribuiscono tutte queste cose alla volontà di Dio, alla dignità dell’uomo, al diritto inalienabile della persona umana. I limiti del male sono ben superati. Quando si già a tanto è il non ritorno. Il Signore deve intervenire con azione potente, se si vuole riportare l’umanità alla verità del bene, dell’amore, della giustizia.

Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Il sacrificio, l’olocausto che il Signore chiede è uno solo: il sacrificio e l’olocausto di una obbedienza alla sua Parola senza alcuna sosta, pausa, interruzione. Non ci sono motivi per disobbedire. Per questo la mente e il cuore vanno sacrificati. Ci priviamo di essi, per dare vigore di Legge al cuore e ai pensieri di Dio. Olocausto perfetto.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci ad offrire quotidianamente questo olocausto.