vangelo del giorno

Passò tutta la notte pregando Dio

28 OTTOBRE (Lc 6,12-19)

Una delle più stupende verità che l’Antico Testamento ci lascia in eredità è la fede nel Dio Onnipotente che interviene nella nostra storia e la conduce secondo il suo volere. L’uomo non è signore, padrone della storia. Essa non è nelle sue mani. Non può essere condotta secondo la sua volontà. Perché questo avvenga, egli si deve mettere umilmente in preghiera e chiedere al Padre, che è il Dio Onnipotente, il Signore degli eventi, perché sia Lui a prendere le redini della storia e condurla secondo il più grande bene. L’uomo di fede prima di ogni evento, importante e meno importante, si china dinanzi al suo Dio e lo invoca, chiedendogli di essere Lui l’Attore, il vero Attore della storia. Nei Libri dei Maccabei così viene testimoniata questa verità.

Perciò l’anno dopo mise insieme sessantamila uomini scelti e cinquemila cavalieri per combattere contro di loro. Vennero nell’Idumea e si accamparono a Bet-Sur. Giuda mosse contro di loro con diecimila uomini. Quando vide l’imponente accampamento, innalzò questa preghiera: «Benedetto sei tu, o salvatore d’Israele, che hai fiaccato l’impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide e hai fatto cadere l’esercito dei Filistei nelle mani di Giònata, figlio di Saul, e del suo scudiero; nello stesso modo fa’ cadere questo esercito nelle mani d’Israele, tuo popolo, e così siano svergognati nel loro esercito e nella loro cavalleria. Infondi in loro timore e spezza l’audacia della loro forza, siano travolti nella loro rovina. Abbattili con la spada dei tuoi devoti; ti lodino con canti tutti coloro che riconoscono il tuo nome». Poi sferrarono l’attacco da una parte e dall’altra, e caddero davanti ai Giudei circa cinquemila uomini del campo di Lisia. Vedendo Lisia lo scompiglio delle sue file, mentre nelle schiere di Giuda cresceva il coraggio ed erano pronti a vivere o a morire gloriosamente, se ne tornò in Antiòchia dove assoldò mercenari in maggior numero per venire di nuovo in Giudea (1Mac 4,28-35).

Mentre il sacrificio veniva consumato, i sacerdoti facevano la preghiera e con loro tutti gli altri: Giònata intonava, gli altri continuavano in coro insieme a Neemia. La preghiera era formulata in questo modo: «Signore, Signore Dio, creatore di tutto, tremendo e potente, giusto e misericordioso, tu solo re e buono, tu solo generoso, tu solo giusto e onnipotente ed eterno, che salvi Israele da ogni male, che hai fatto i nostri padri oggetto di elezione e santificazione, accetta il sacrificio offerto per tutto Israele, tuo popolo, custodisci la tua porzione e santificala. Riunisci i nostri dispersi, libera quelli che sono schiavi in mano alle nazioni, guarda benigno i disprezzati e gli oltraggiati; sappiano così le nazioni che tu sei il nostro Dio. Punisci quelli che ci opprimono e ci ingiuriano con superbia. Trapianta il tuo popolo nel tuo luogo santo, come ha detto Mosè» (2Mac 1,23-29).

In quanto vero uomo Gesù non ha il governo della storia nelle sue mani. Esso è tutto nel cuore e nella volontà del Padre. Anche Lui ha bisogno che il Padre prenda le redini della storia e la diriga secondo i suoi disegni eterni e divini. Dovendo compiere un’opera di vitale importanza per la sua missione, egli passa tutta la notte in orazione. Mette ogni decisione nel cuore del Padre. È Lui che deve decidere, scegliere, chiamare. È Lui che gli deve indicare chi eleggere quali suoi apostoli.

In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

La storia sarà ben diversa quando avremo imparato a pregare. Ma l’uomo di oggi non prega. Non crede che solo il Signore ha le redini della storia saldamente strette nelle sue mani. Il Signore è il Signore e nessun altro. Gesù, vero Dio, si riveste di grandissima umiltà e prega. Lo stolto uomo non prega. La storia non gli obbedisce.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci a pregare sempre.