Per Abramo e la sua discendenza, per sempre – Maria rimase con lei circa tre mesi

22 Maggio
Per Abramo e la sua discendenza, per sempre

Ad Abramo il Signore ha promesso che avrebbe benedetto tutte le genti nella sua discendenza. La Vergine Maria proclama che la promessa di Dio si è compiuta “per Abramo e la sua discendenza per sempre”. La benedizione di Dio è sulla nostra terra. Questo significa che in mezzo a noi già vive la discendenza di Abramo. Ma chi è questa discendenza? Lo Spirito Santo, per mezzo dell’Apostolo Paolo, ci manifesta che la discendenza di Abramo è uno solo: Cristo Gesù. In Gesù è discendenza di Abramo ogni altro uomo. Quanti vogliono essere discendenza di Abramo sono obbligati a divenire in Cristo un solo corpo, un sola vita.

O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso! Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne? Avete tanto sofferto invano? Se almeno fosse invano! Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede? Come Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia, riconoscete dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunciò ad Abramo: In te saranno benedette tutte le nazioni. Di conseguenza, quelli che vengono dalla fede sono benedetti insieme ad Abramo, che credette. Quelli invece che si richiamano alle opere della Legge stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica. E che nessuno sia giustificato davanti a Dio per la Legge risulta dal fatto che il giusto per fede vivrà. Ma la Legge non si basa sulla fede; al contrario dice: Chi metterà in pratica queste cose, vivrà grazie ad esse. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito.

Fratelli, ecco, vi parlo da uomo: un testamento legittimo, pur essendo solo un atto umano, nessuno lo dichiara nullo o vi aggiunge qualche cosa. Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la Scrittura: «E ai discendenti», come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso, non può dichiararlo nullo una Legge che è venuta quattrocentotrenta anni dopo, annullando così la promessa. Se infatti l’eredità si ottenesse in base alla Legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio invece ha fatto grazia ad Abramo mediante la promessa. Perché allora la Legge? Essa fu aggiunta a motivo delle trasgressioni, fino alla venuta della discendenza per la quale era stata fatta la promessa, e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore. Ma non si dà mediatore per una sola persona: ora, Dio è uno solo. La Legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile! Se infatti fosse stata data una Legge capace di dare la vita, la giustizia verrebbe davvero dalla Legge; la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo. Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa Gal 3,1-29).

Ebrei e Gentili devono divenire in Cristo una cosa sola. Come è necessario ai Gentili divenire per la fede discendenza di Abramo, così è necessario ai figli di Abramo. Con Cristo Signore non vige più la legge della carne e del sangue. Vi è una sola legge che ha valore: quella della fede in Cristo. Si crede in Cristo, si diviene discendenza di Abramo, si entra nella benedizione di Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola in Cristo Gesù.

Maria rimase con lei circa tre mesi

Il tempo è vera categoria teologica, perché è in esso che si manifesta e si realizza la volontà di Dio. L’Evangelista Luca dice che “Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua”. Qual è il valore di questa notizia e perché essa è Vangelo, Buona Novella per noi? Ad ogni cosa si deve dare il tempo non quello stabilito da noi, ma quello che Lui ha stabilito. Tutta la sua creazione vive osservando la legge del tempo. Sappiamo ad esempio che la luna finisce il suo ciclo al diciannovesimo anno. Le lunazioni del ventesimo anno sono uguali a quelle del primo anno. E così via per tutti gli altri anni. Il sole, la terra, ogni altra stella e corpo celeste è governata dalla legge del tempo. Nella Scrittura ogni festa cade nel suo tempo. Sappiamo che anche per la creazione il Signore si è servito di un tempo. Anche all’uomo ha assegnato un tempo per lavorare e un tempo per riposare, un tempo per seminare e un tempo per raccogliere. Il Libro del Qoelet dice che ogni cosa ha il suo tempo.

Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica? Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine (Qo 3,1-11).

La vita dell’uomo è scandita dal tempo. Ciò che si può fare nel tempo di prima mai si potrà fare nel tempo di dopo e ciò che è del tempo di dopo non potrà essere del tempo di prima. Prima si semina e poi si raccoglie. Se non si semina neanche si raccoglie. Oggi l’uomo pensa di poter vivere senza osservare la legge del tempo. Nessuno si vuole convincere che l’osservanza del tempo è più che il sangue che scorre nelle vene dell’uomo. Un uomo senza sangue è morto. Ma anche è da considerare morto un uomo che non rispetta i tempi. La notte è notte e ci si deve riposare. Il giorno è giorno ed è fatto per lavorare. La gioventù è fatta per seminare. L’anzianità per raccogliere. Come si può raccogliere se non si è seminato? Dio è nel rispetto del tempo. Chi esce fuori del suo tempo, esce fuori da Dio e dalla sua santa legge.

La nozione teologica del tempo ci insegna che minuti, ore, giorni, mesi, anni ci sono stati donati perché con essi prepariamo la nostra eternità beata. Il Paradiso è un dono di Dio. Si deve però conquistare. Lo si conquista nel tempo. Se il tempo viene sciupato, non utilizzato per la conquista del Paradiso, finiremo nella Geenna del fuoco eterno, nella disperazione, nelle tenebre. Abbiamo usato il tempo per il tempo e non per l’eternità. Se usiamo il tempo per oziare e non per lavorare, mai potremo raccogliere un solo frutto dalla terra. Anche per raccogliere i frutti, si deve usare il tempo per lavorare. Così è per l’eternità. Se non avremo usato il tempo per seminare il bene, perché ci siamo dedicati al male, l’eternità beata non sarà da noi raccolta. Raccoglieremo fuoco eterno e disperazione senza fine.

Anche alla Vergine Maria il Signore ha assegnato un tempo per stare nella casa di Elisabetta e un tempo per uscire e ritornare a casa sua. Maria per obbedienza si reca, per obbedienza parte. Non si deve dare alla carità il tempo che vogliamo noi. Si deve dare il tempo che Dio ha deciso che deve essere dato. Questa legge vale anche per la missione. Non siamo noi che decidiamo quanto tempo deve essere dato ad un luogo per l’annunzio del Vangelo. È il Signore che lo decide. Non solo Lui deve decidere il tempo, ma anche il luogo. Noi dobbiamo essere strumenti nelle sue mani. Nulla di più. Tempi, luoghi, persone, anche le stesse parole da dire devono venire da Lui. Urge più che mai dare oggi alla vita una visione altamente teologica. Dalla visione teologica nasce anche l’alta visione morale, di obbedienza, di giustizia, di verità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, date la santa verità teologica del tempo