Per la vostra poca fede

È giusto che ognuno si chieda: cosa è esattamente, secondo verità rivelata, la fede? Fede è credere che la Parola di Dio è verità eterna. Se è verità eterna, si compie sempre. Questa è la prima fase della fede. Segue poi la seconda fase: Chi ascolta la Parola e obbedisce ad essa, vive; chi non ascolta e non obbedisce ad essa. muore. A questa seconda fase ne segue una terza: Chi vuole essere strumento di vita nelle mani del Signore, deve obbedire ad ogni Parola che il Signore rivolge direttamente a Lui o ha rivolto ad ogni uomo perché obbedisca ad essa. La Lettera agli Ebrei ci rivela che l’opera della salvezza da Abele a Cristo Gesù l’ha compiuta solo chi ha obbedito alla Parola, chi ha seguito l’ordine o il comando dato a Lui da Dio.

“La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile. Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re. Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa. Per fede, caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni. Per fede, Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori” (Cfr. Eb 11,1-31). Tutto avviene per fede. Nulla avviene senza la fede.

Ai discepoli viene portata una persona con uno spirito impuro. Avrebbero voluto liberarlo dalla presenza diabolica, ma non vi riescono. Il padre chiede a Gesù la grazia. Gesù comanda allo spirito impuro e la persona viene liberata. I discepoli vedono che Gesù riesce, loro non riescono, è chiedono il segreto della sua forza o potenza. Gesù risponde che loro non sono riusciti a causa della loro poca fede. Diviene ancora una volta giusto chiedersi: “Fede in chi? Fede in cosa?”. La fede è nella loro Parola. Poiché Cristo Gesù aveva dato loro il potere di cacciare i demòni o spiriti impuri, essi devono credere che la loro parola è rivestita di divina onnipotenza. Gesù crede, comanda, lo spirito esce. Loro non credono, comandano, lo spirito rimane. Come la Parola di Dio è onnipotente e creatrice – Dio dice e le cose sono -, come la Parola di Gesù è liberatrice ed operatrice di ogni miracolo – Lui dice e le cose avvengono -, così è la parola dei discepoli. Essi devono credere nella loro parola. Senza questa fede, nulla accade. Possono dire qualsiasi cosa, nulla si compie. Lo spirito impuro mai lascerà l’uomo.

Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». (Mt 17, 10-20).

Ogni discepolo di Gesù, con il sacramento del battesimo, è divenuto suo corpo. Se è suo corpo, una dovrà essere la parola. Non vi potrà essere alcuna differenza. La parola del discepolo dovrà essere Parola di Cristo e la Parola di Cristo parola del discepolo. Quando questo avviene? Avviene quando la vita di Cristo diviene vita del discepolo e lo Spirito di Cristo, Spirito del discepolo. Senza la perfetta conformazione della vita del discepolo alla vita di Cristo, abbiamo due parole separate. La parola del discepolo è parola dell’uomo, mai diventerà Parola di Cristo Gesù, mai sarà Parola che potrà essere proferita nella fede. Manca la santità di Cristo, manca la vita di Cristo, manca lo Spirito Santo di Cristo. Vita conforme, Parola conforme. Vita difforme, Parola difforme. Più si cresce in conformità di vita, più la Parola diviene efficace.

Madre senza peccato, Angeli, Santi, fateci conformi a Cristo nella vita, lo saremo nella Parola.