Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Vorrei provare a dare un significato pieno alla parola detta dai due Angeli alle donne presso la tomba di Gesù Signore: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui”. Ascoltando questo suggerimento degli Angeli che ci invitano a cercare Cristo Gesù altrove, è giusto che ognuno si chieda: “Ma oggi dov’è Cristo Gesù, perché io lo possa trovare?”. Io credo con fede convinta che Cristo oggi vada cercato presso un altro sepolcro. È il sepolcro del cuore dell’uomo, nel quale Lui giace nella morte. Attende un suo discepolo, nel cui cuore Lui è vivo, perché vada e lo risusciti, così che possa iniziare a vivere anche in quel cuore. Il Padre lo ha cercato nel sepolcro di pietra e lo ha risuscitato. Ora questa missione è del cristiano. Dopo la risurrezione Cristo Gesù cerca Cristo Gesù che è morto nel cuore dei suoi discepoli e lo risuscita nella pienezza della sua verità. Dona anche lo Spirito Santo perché lo mantenga sempre vivo nei loro cuori. Dona ad essi la missione di andare per il mondo a cercare Lui morto nei cuori per dargli vita con la loro vita, respiro con il loro respiro, Spirito Santo con il loro Spirito Santo, grazia e verità con la loro grazia e verità, misericordia e compassione con la loro misericordia e compassione. È questo lo splendore sempre nuovo della missione del discepolo di Gesù per cercare Gesù sotterrato nel cuore degli uomini al fine di risuscitarlo. San Paolo aveva così ben compreso il fine della sua missione da consacrare ad essa tutta la sua vita.

Dove sono dunque le vostre manifestazioni di gioia? Vi do testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per darli a me. Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità? Costoro sono premurosi verso di voi, ma non onestamente; vogliono invece tagliarvi fuori, perché vi interessiate di loro. È bello invece essere circondati di premure nel bene sempre, e non solo quando io mi trovo presso di voi, figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi! Vorrei essere vicino a voi in questo momento e cambiare il tono della mia voce, perché sono perplesso a vostro riguardo (Gal 4,15-20).

Io invece non mi sono avvalso di alcuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché si faccia in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Per coloro che sono sotto la Legge – pur non essendo io sotto la Legge – mi sono fatto come uno che è sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Per coloro che non hanno Legge – pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo – mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono senza Legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io (1Cor 9, 15.23).

Vi è un solo modo per formare Cristo, dare al Cristo morto che è nella tomba di ogni cuore, il Cristo vivo e lo Spirito Santo che è in noi. Si sostituisce il Cristo morto con il Cristo vivo e lo Spirito che è spento con lo Spirito che è perennemente ravvivato nel nostro cuore.

Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto (Lc 24,1-12).

Oggi spesso si parla male della missione che Cristo Gesù ha affidato ad ogni suo discepolo. È il segno che si è privi della verità di Cristo. Ignorando il cristiano chi è Cristo Gesù, ignora anche la verità della sua missione. La verità della missione è dalla verità di Cristo. Se muore la verità di Cristo muore anche la verità della missione. Ma se muore la verità della missione che è essenza della verità del cristiano, è segno che lo stesso cristiano è morto alla sua verità. Un cristiano morto alla verità di Cristo ha nel suo cuore un Cristo morto e parla da morto a Cristo.

Vergine Maria, Angeli, Santi, fateci verità nella verità di Cristo per dare verità alla missione.