Perché ha guardato l’umiltà della sua serva

L’umiltà è la più pura, perfetta, alta confessione della nostra verità. L’uomo è essere, non solo fatto da Dio, ma che attimo per attimo è fatto da Dio a servizio della sua gloria. Senza questa prima, essenziale, fondamentale umiltà, l’uomo è fuori della sua verità di origine e di fine. Se l’uomo vuole essere vero uomo, deve lasciarsi fare dal suo Dio. Ma anche se vuole essere vero uomo, deve porsi interamente al servizio della gloria del suo Dio. Nel suo disegno di amore eterno per l’uomo, Dio ha deciso di fare l’uomo in Cristo, con Cristo, per Cristo, per opera dello Spirito Santo, per la mediazione di Parola e di sacramento della Chiesa. Il cristiano non solo è umile se si lascia fare nuova creatura ogni giorno dallo Spirito Santo come vero corpo di Cristo, a servizio della gloria del Padre in Cristo, con Cristo, per Cristo, ma è anche umile se si pone a servizio di questo disegno di amore eterno del Padre, dal quale nasce e si costruire il vero uomo. l’umiltà è di conseguenza il pieno inserimento dell’uomo nel disegno eterno del Padre.

La Vergine Maria è umile perché vede se stessa interamente opera del Padre. Lei fin dal primo istante del concepimento è tutta dalla divina volontà. Un vasaio prende la creta e la modella. La creta è umile perché si lascia modellare dal vasaio senza porre alcuna resistenza. Vi è però una sostanziale differenza tra l’umiltà della creta e l’umiltà della Vergine Maria. Il vasaio prende una materia che non è sua, da lui non fatta, non creata. Dio invece prima crea la materia immacolata, purissima, senza macchia di peccato, piena di grazia e poi la modella secondo la sua divina volontà, a gloria del suo progetto di redenzione e di salvezza. La stessa verità va predicata di Gesù Signore. Lui è umile di cuore perché è tutto e sempre dalla volontà del Padre a servizio della volontà del Padre, nella perfettissima comunione e mozione dello Spirito Santo. L’umiltà non è solamente essere fatti da Dio ieri, oggi, domani, sempre, ma è anche ieri, oggi, domani, sempre porsi a servizio della gloria di Dio. Le due verità deve stare sempre insieme.

Quando una Chiesa è umile. Quando essa ogni giorno si lascia fare da Dio perché sia interamente a servizio della sua gloria che è Cristo Signore. Le due verità mai potranno essere divise, separate. Non si può essere a servizio della gloria di Dio se ogni giorno non ci si lascia fare da Lui. Ma neanche si è umili se ci si lascia fare da Lui per essere a servizio dei nostri pensieri. Se la prima umiltà è vera, necessariamente anche la seconda è vera. Se la seconda è falsa, necessariamente la prima sarà falsa. Quando un presbitero è umile? Quando mette ogni sua volontà perché il Padre lo faccia presbitero secondo il suo cuore, in Cristo, per lo Spirito Santo, per essere totalmente a servizio di Cristo. Se Il presbitero non si lascia fare da Dio, neanche potrà essere a servizio della gloria di Dio. La sua opera sarà vana. Lavora, ma non come essere fatto da Dio. Ora come potrà un presbitero lavorare per la gloria di Dio se si fa da se stesso? Origine e finalità devono essere una cosa sola. Guai a farne due.

Allora Maria disse:  «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua (Lc 1,46-56).

Quanto detto sull’essenza dell’umiltà: essere da Dio a servizio della sua gloria, vale per ogni altro discepolo di Cristo Gesù. Chi deve fare l’uomo a servizio della gloria di Dio oggi è la Chiesa. Se essa non lavora per questo fine, non è umile, perché è dai suoi pensieri e non dal pensiero di amore eterno del Padre. Dobbiamo constatare che oggi si preferisce essere dalle mode del momento. Si vuole essere per questa o per quell’altra finalità. Ma di certo non sono finalità secondo Dio. Infatti la prima finalità del Signore Dio nostro è che si diventi in Cristo nuova creatura. La prima finalità è che Cristo sia confessato come il solo nome nel quale è stabilito che possiamo essere salvati. La prima finalità è annunziare il Vangelo a tutte le creature, facendo ogni creatura corpo di Cristo. Senza questa finalità e tutte le altre che Gesù ci ha manifestato, noi non siamo umili. Ogni finalità che viene dall’uomo e non da Cristo Gesù, è una finalità che ci rende superbi. Dov’è la superbia? È nel pensare che il nostro pensiero sia superiore al pensiero di Dio. È nel pensare che le nostre vie siano migliori si quelle di Dio. È nel pensare che servire l’uomo dalla carne per la carne sia vero servizio di salvezza, mentre Gesù ha sempre servito l’uomo dallo Spirito Santo per la santificazione dell’anima e dello spirito. Che poi ogni discepolo di Gesù debba vivere tutto il Vangelo, facendo anche questo per la gloria di Dio, è ben altra cosa. Il fine personale e il fine verso gli altri non possono essere confusi, perché è sempre il Signore che decide ogni cosa. Basta un solo nostro pensiero introdotto nei pensieri di Dio e la nostra umiltà rischia di offuscarsi se non addirittura scomparire del tutto.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci ad essa da Dio per essere per il Signore sempre.