Prenda la sua croce e mi segua

VENERDÌ 7 AGOSTO (Mt 16,24-28)

La croce che deve prendere chi vuole andare dietro a Gesù è obbedienza perfetta alla volontà del Padre, rivelata nel Vangelo, e insegnata ad ogni singola persona dallo Spirito Santo. Come Gesù si è fatto obbediente, così ogni discepolo deve farsi obbediente. San Paolo questa obbedienza chiede ai Filippesi: “Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre” (Fil 2,1-11). L’obbedienza inizia il giorno in cui si ascolta la Parola di Gesù dalla bocca dei suoi Apostoli e Ministri della Parola e dura fino al momento della morte.

Da questa obbedienza mai si deve retrocedere ed essa va data a tutta la volontà del Padre. Ecco ancora l’insegnamento di San Paolo: “Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me” (Fil 2,12-18). Il discepolo di Gesù ha consegnato la sua vita alla volontà del Padre. Mai dovrà uscire da essa.

Quando un discepolo esce dalla volontà del Padre, non porta più la sua croce ogni giorno. Mai potrà raggiungere la vita eterna nei cieli eterni: “Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose” (Fil 3,17-21). Il cristiano deve rimanere piantato nella volontà del Padre più che un albero nella buona terra. Solo così potrà produrre frutti di vita eterna.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».

La vita dell’uomo ha valore solo se data al Padre. Lui l’ha creata, a Lui appartiene, alla sua volontà va donata. Lui ce la darà nei cieli rivestita di luce eterna in Cristo Gesù.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano ogni giorno porti la sua croce in Cristo.