Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme
La prima essenziale opera di misericordia che ogni uomo è chiamato a realizzare nella storia è la sua pronta, immediata, perenne, senza alcuna interruzione, obbedienza al suo Dio e Signore. Adamo non ha obbedito al suo Signore. Per lui la morte è entrata nel mondo e si sono aperte le porte dell’inferno per una moltitudine di suoi figli. Sempre per la sua trasgressione l’universo si è ribellato all’uomo e tutto lui deve trarre per la sua vita con il sudore della sua fronte, e spesso anche versando il suo sangue. Adamo non ha avuto alcuna misericordia per la sua discendenza. Disobbedendo l’ha condannata alla guerra, all’odio, al genocidio, alla superstizione, all’idolatria, all’empietà, al terrore, alla paura, alla disperazione, alla morte.
Il Signore vuole riportare la sua benedizione sulla terra, che è vita e fonte di ogni vita. Chiama Abramo, questi obbedisce ad ogni comando del suo Signore. Abramo ama la sua discendenza, la ricolma di tutta la misericordia del suo Dio che è vita, sorgente di vita non solo per i suoi figli, ma per tutte le nazioni della terra. È infatti nella discendenza di Abramo che saranno benedette tutte le tribù della terra. La discendenza di Abramo deve nascere sulla nostra terra. Il Signore chiama la Donna, la Vergine di Nazaret. Questa si consegna interamente nelle mani del suo Dio. Per la sua obbedienza, il Figlio eterno del Padre si fa vero uomo, nasce come vero figlio di Adamo, porta la salvezza di Dio sulla nostra terra. L’obbedienza è la madre della misericordia.
Viene Gesù. Tutti noi pensiamo che la sua misericordia siano i miracoli, le guarigioni, il dono della Parola, la sua squisita carità verso tutti. Queste sue opere avrebbero lasciato il mondo nel suo peccato, nel suo inferno, nella sua disperazione, nella sua morte. Queste opere mai avrebbero generato la vera misericordia di Dio verso l’umanità. Qual è allora la vera misericordia del Figlio dell’Altissimo? La sua ferma decisione che oggi prende di recarsi a Gerusalemme per lasciarsi innalzare sul patibolo della croce, divenendo vero olocausto d’amore verso il Padre suo. È per questa decisione che il mondo può vincere la morte, ogni morte, il peccato, ogni peccato, il male, ogni male. La croce è l’albero della misericordia.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio (Lc 9,50-56).
San Paolo con mirabile acume di Spirito Santo vede la differente fruttificazione che è prodotta dalla disobbedienza di Adamo e dall’obbedienza di Cristo Signore e la descrive.
Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato… Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti (Rm 5,11-19).
Possiamo dare tutte le nostre sostanze ai poveri, ma questa è misericordia effimera, vana, se non chiudiamo per essi le porte dell’inferno. Ma queste porte non si chiudono con i miracoli e neanche con le opere di misericordia. Si chiudono con la nostra obbedienza ad ogni comando che il Signore rivolge al nostro cuore. Come per Abramo, Maria di Nazaret, Cristo Signore, Paolo di Tarso e ogni altro che con Cristo e per Cristo e in Cristo sono divenuti una sola obbedienza al Padre celeste. È l’obbedienza a Dio, al proprio ministro, alla propria missione, alla mozione dello Spirito Santo, la vera madre della misericordia. Solo per la nostra obbedienza il Signore chiude le porte dell’inferno e apre quelle del Paradiso.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sorgente di vera misericordia.