Può forse un demonio aprire gli occhi ai ciechi?
La differenza tra un uomo e ogni altro uomo la fa la sua storia, la sua vita reale, i frutti da lui prodotti. Gesù questa regola la dona per distinguere i veri profeti dai falsi. La dona anche per conoscere un cuore buono da un cuore cattivo, malvagio. San Paolo applica questa regola di Gesù per distinguere se un cristiano cammina secondo la carne o segue lo Spirito Santo.
Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete (Mt 7,115-20). Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12,33-37).
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri (Gal 5,16-26).
La differenza tra un buon pastore e un mercenario è sempre la storia che la fa. Vi è infatti infinita differenza tra il mercenario che vedendo venire il lupo, gli consegna le pecore per essere da lui sbranate e il Buon Pastore che si frappone tra le pecore e il lupo. Lascia che il lupo sbrani Lui anziché andare perduta una sola pecore. Vi è infinita differenza tra il mercenario che vive sulla lana e sulla carne delle pecore e il Buon Pastore che dona la sua carne e il suo sangue per sfamare e dissetare le pecore di vita eterna. La differenza non è minima. Come anche vi è differenza tra il cristiano che cammina obbedendo alla Legge delle Beatitudini in ogni sua prescrizione e il cristiano che disattende sia i Comandamenti che le Beatitudini. Ma anche infinita differenza vi è tra la religione che insegna solo l’amore e la religione che ammaestra sull’odio, sulle stragi, sull’uccisione di persone innocenti. Orrendo crimine che grida notte e giorno vendetta al cospetto di Dio. Eppure oggi il cristiano cieco dice che non vi è differenza alcuna tra cristiano e cristiano, tra credente in Cristo e non credente in Cristo, tra credente in Cristo che abbraccia tutta la Parola secondo la sana dottrina della Chiesa e credente in Cristo che nega quasi tutte le verità della fede, della carità, della speranza e della stessa Chiesa.
Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. Molti di loro dicevano: «È indemoniato ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?». Altri dicevano: «Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi ai ciechi?» (Gv 10,11-21).
Mentre farisei, scribi, capi dei sacerdoti non riescono a fare alcuna differenza tra Cristo Gesù e il demonio – per essi Gesù è un indemoniato – alcuni tra la folla la differenza la fanno. Mai il demonio ha aperto gli occhi ad un cieco. Cristo li ha aperti. Ne segue che Cristo è all’opposto del demonio. Farisei, scribi, capi dei sacerdoti giudicano la storia con falso giudizio. Ogni falso giudizio sulla storia attesta la totale cecità o morte spirituale di colui che lo proferisce. Basta ascoltare una sola parola di un uomo e si saprà se lui parla dal cuore di Cristo e di Dio, dal cuore della verità oppure parla e agisce dalla morte del suo cuore e della sua anima.
Angeli e Santi, aiutate i discepoli a fare la differenza tra la Madre di Dio e ogni altra donna.