Quello che vuoi fare, fallo presto
Gesù, come vero uomo, non solo cresce in sapienza e grazia, ma anche a Lui, dal Padre suo, per opera dello Spirito Santo, attimo per attimo, viene manifestato il sentiero sul quale dovrà condurre la sua vita. Se questa verità vale per i profeti, vale infinitamente di più per il Figlio Eterno del Padre, fattosi carne per la nostra salvezza e redenzione eterna: “Camminano forse due uomini insieme, senza essersi messi d’accordo? Ruggisce forse il leone nella foresta, se non ha qualche preda? Il leoncello manda un grido dalla sua tana, se non ha preso nulla? Si precipita forse un uccello a terra in una trappola, senza che vi sia un’esca? Scatta forse la trappola dal suolo, se non ha preso qualche cosa? Risuona forse il corno nella città, senza che il popolo si metta in allarme? Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore? In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo piano ai suoi servitori, i profeti” (Am 3,3-7). Il Padre sempre rivela al Figlio ogni cosa, anche ciò che Lui sta per fare o dire per mezzo del Figlio. Quanto Gesù afferma sulla sua mediazione, vale anche per Lui. Il Padre dice tutto a Lui, anche per Lui. Lui dice a noi, in relazione a Lui e a noi: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30). Questa verità fa sì che tutta la vita di Cristo sia una perenne obbedienza alla volontà del Padre, a Lui manifestata, rivelata, compresa nello Spirito Santo. San Paolo vede la vita di Gesù come solo purissima obbedienza al Padre: “Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre” (Fil 2,6-11). Questa verità vuole che la vita di Cristo non possa essere compresa solo usando parametri umani. Occorre la rivelazione dello Spirito Santo.
Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte (Gv 13,21-30).
Se Gesù avesse voluto disobbedire al Padre suo, avrebbe potuto dare ascolto già nel deserto, alla prima tentazione di Satana. Avrebbe seguito Pietro. Questi si è era opposto, non volendo che Gesù andasse a Gerusalemme per essere crocifisso. Neanche avrebbe intrapreso il viaggio verso il Golgota. Se si fosse rifiutato di obbedire, sarebbe stato sotto il governo di Satana e non più del Padre suo. Gesù sa cosa deve fare. Deve impedire a Giuda che ostacoli il compimento della volontà del Padre e gli nasconde il luogo della celebrazione dell’ultima cena. Lui deve camminare per la sua strada e permette a Giuda che segua la sua volontà. Gesù deve solo obbedire al Padre. Non può in nessun modo impedire che ogni uomo agisca secondo la sua volontà, perché neanche il Padre lo impedisce. Come il Padre ha avvisato Adamo che se avesse mangiato dell’albero della conoscenza del bene e del male, sarebbe morto. Così Gesù. avvisa Giuda che se avesse consumato il tradimento, sarebbe incorso nella morte eterna. Poi Lui deve andare per la sua strada. Giuda può fare ciò che vuole. Così come anche tutti gli altri possono fare ciò che vogliono, sapendo però che per ogni loro azione o decisione domani dovranno rendere conto al Padre suo. Gesù non può impedire che la nostra volontà si compia. Oggi noi abbiamo deciso non di crocifiggerlo, ma di schiodarlo dalla sua Croce, che dovrà essere eterna, perché Lui, Crocifisso, è la vera misericordia e amore del Padre. Noi abbiamo deciso che la sua Parola non è principio di verità. Abbiamo deciso che neanche Lui è principio unico di salvezza e di redenzione. Abbiamo deciso di fare della sua Chiesa una casa senza più luce per alcuno. Abbiamo deciso che immoralità e moralità sono la stessa cosa. Abbiamo deciso che senza di Lui, le cose andranno meglio. Sarebbe nata più comunione tra gli uomini. Il limite di Dio, di Cristo, dello Spirito, è la volontà dell’uomo. Ma Gesù deve obbedire al Padre.
Madre di Dio, Angeli, Santi, che fate la volontà del Padre, insegnate all’uomo l’obbedienza vera.