Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?

Per Gesù il vero umanesimo inizia quando il cuore viene liberato da tutte le intenzioni cattive: “fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”. Per San Paolo l’umanesimo giusto è quando si abbandonano le opere della carne: “fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere” e si produce secondo lo Spirito Santo ogni suo frutto: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Se il cuore non viene ripulito con una pulizia generale, capace di togliere ogni macchia, anche la più piccola, l’umanesimo che si vive soffre sempre di peccato. Il cuore puro produce umanesimo puro, il cuore impuro produce umanesimo impuro.

Chi può pulire il cuore è solo uno: Lo Spirito Santo che è il perenne frutto di Cristo e del suo corpo che è la Chiesa. Come Cristo Gesù effuse lo Spirito dal suo cuore purissimo, così anche la Chiesa dovrà effonderlo dal suo cuore purissimo. Di conseguenza la Chiesa e i suoi figli mai potranno effondere lo Spirito Santo se il loro cuore è impuro. Se la Chiesa vuole un umanesimo nuovo negli altri, prima di tutto deve volerlo nei suoi figli. Per questo deve intensificare l’effusione dello Spirito Santo dal suo cuore tutto squarciato di amore. È la sola via possibile. Come Cristo divenne perfettissimo nell’amore e creò la nuova umanità, così la Chiesa deve divenire perfettissima in amore e sarà costruttrice della nuova umanità. Non pensi la Chiesa di costruire il nuovo umanesimo, solo dettando regole o stilando programmi.

Il nuovo umanesimo è l’opera potente dello Spirito Santo che perennemente sgorga dal cuore cristificato, spiritualizzato, santificato, dato interamente al Padre da parte del cristiano nella Chiesa. Ogni cristiano genera nuovo umanesimo nella misura in cui lui si lascia fare nuovo dallo Spirito Santo. Se lui è di cuore vecchio, cuore di peccato, concupiscenza, superbia, mai per lui nascerà un cuore nuovo. Potrà anche scrivere trattati di antropologia teologica, mai però un solo cuore diventerà nuovo per lui, perché nuovo non è il suo cuore. Come Gesù tutto generò dal suo cuore purissimo, così anche il cristiano tutto genererà dal suo cuore purissimo. Come il male nasce dal suo cuore insudiciato di peccato e marcio di vizi, così anche il bene nasce dal suo cuore cristificato, spiritualizzato, offerto al Padre in un santità sempre nuova.

Farisei ed erodiani vengono da Gesù per coglierlo in fallo in qualche parola uscita dalla sua bocca. Non vengono con il cuore puro. Il loro cuore è un abisso di ipocrisia e di inganno. Fingono di essere interessati agli insegnamenti di Gesù. La loro finzione si trasforma in adulazione. Esaltano falsamente l’opera di Gesù, in modo che lui possa in qualche modo fidarsi di loro ed aprire il suo cuore. Conoscendo Gesù se stesso, sapendo il suo modo di parlare che è frutto della più alta prudenza nello Spirito Santo, all’istante si rende manifesta l’ipocrisia di farisei ed erodiani. Gesù mai ha insegnato non guardando in faccia a nessuno. Ha sempre insegnato guardano in faccia a tutte le persone, pesando ogni sua parola, calcolando l’impatto positivo o negativo sul cuore di chi era in ascolto. Le sue parabole lo attestano con evidenza.

Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui (Mc 12,13-17).

Ogni uomo, conoscendo bene se stesso, potrà sempre sapere se colui che gli sta parlando è falso, vero, giusto, ingiusto, ipocrita, sincero. Questi uomini sono ipocriti. Stanno adulando Gesù con un fine triste: accusarlo, condannarlo, ucciderlo. Gesù, pieno di Spirito Santo, non si lascia ingannare da loro. Chiede un denaro e dal denaro dona la risposta: “A Cesare si deve dare ciò che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Ma come si fa a sapere quello che è di Cesare e quello che è di Dio? La risposta è semplicissima: Chi dona il suo cuore a Dio, alla sua verità, alla sua giustizia, ai suoi comandamenti, alla sua Parola, alla sua volontà, saprà sempre cosa donare a Cesare. Se però il cuore non è dato a Dio, mai si saprà cosa è di Cesare. Nasce la confusione. Si dona a Dio ciò che è di Cesare e si dona a Cesare quello che è di Dio. Gesù ha dato il suo cuore, il suo spirito, la sua anima a Dio, interamente a Dio, sa in ogni momento ciò che deve essere dato a Cesare e glielo dona. Dare a Cesare quello che è di Cesare non lo si dona perché lo chiede Cesare, lo si dona perché lo comanda il Signore. È questa la grande novità della risposta di Gesù. Tutto è dalla volontà di Dio, niente dalla volontà dell’uomo. Gesù ha dato il suo corpo a Cesare perché volontà di Dio, suo comando, suo volontà. Dare a Cesare è vero atto di latria, vera obbedienza, vera sottomissione al Padre celeste, vero culto.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di perfetta obbedienza a Dio.