vangelo del giorno

Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli

6 OTTOBRE (Lc 10,17-24)

Il Signore scrive il nome dei suoi amici nel cieli, quando essi vivono per ascoltare la sua voce, osservare i suoi comandamenti, camminare nella sua sapienza, lasciandosi guidare dall’intelligenza e dalla saggezza divina per una più alta comprensione della sua Parola. Non è infatti l’osservanza della lettera della Legge che fa scrivere a Dio i nostri nomi nei cieli, bensì la verità spirituale sempre nuova secondo la quale noi viviamo nella sua Parola, osserviamo la sua Legge, mettiamo in pratica i suoi Statuti.
Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi». Beato l’uomo che così agisce e il figlio dell’uomo che a questo si attiene, che osserva il sabato senza profanarlo, che preserva la sua mano da ogni male. Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!». Non dica l’eunuco: «Ecco, io sono un albero secco!». Poiché così dice il Signore: «Agli eunuchi che osservano i miei sabati, preferiscono quello che a me piace e restano fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome più prezioso che figli e figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli». Oracolo del Signore Dio, che raduna i dispersi d’Israele: «Io ne radunerò ancora altri, oltre quelli già radunati». Voi tutte, bestie dei campi, venite a mangiare; voi tutte, bestie della foresta, venite. I suoi guardiani sono tutti ciechi, non capiscono nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi. Ma questi cani avidi, che non sanno saziarsi, sono i pastori che non capiscono nulla. Ognuno segue la sua via, ognuno bada al proprio interesse, senza eccezione. «Venite, io prenderò del vino e ci ubriacheremo di bevande inebrianti. Domani sarà come oggi, e molto più ancora». (Is 56,1-12).
L’opera esteriore, fuori di noi, mai deve essere motivo di gloria, esaltazione, giubilo, tripudio. Questa è sempre mentitrice, tentatrice, ingannatrice. Potrebbe indurci ad una forte illusione: di essere con Dio, mentre in realtà siamo solo con noi stessi, ricercatori affamati di gloria effimera e mondana. Oggi Gesù ci mette in guardia contro questa gloria vana, inutile, futile, che non dura. Gesù ci vuole ricercatori di gloria eterna, divina, immarcescibile, che mai viene meno.

I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Scacciare i demoni, guarire da malattie e infermità mai potrà essere motivo di gloria. Queste cose vengono fatte non per merito nostro, ma perché purissimo dono e potere datoci da Cristo Gesù. Mentre osservare la Parola di Dio nella purezza e pienezza della verità, sotto la guida sapiente e saggia dello Spirito Santo, richiede impegno quotidiano, totale abnegazione di sé, conversione perenne, volontà di lasciare il mondo del vizio e del peccato, desiderio di crescere in grazia, aspirazione a conquistare il cuore di Cristo per vivere con esso e per esso per tutti i giorni della nostra vita.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci dalla gloria vana.