Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini

Gesù vede un paralitico calato dal tetto dinanzi a Lui e gli dice: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati”. “Le folle, vedendo anche il miracolo fisico, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini“. Gesù il potere agli uomini di perdonare i peccati lo ha dato il giorno della sua gloriosa risurrezione. Lo ha dato ai suoi discepoli nel Cenacolo: “La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»” (20, 19-21). Questo potere oggi viene esercitato da quanti hanno ricevuto il sacerdozio ordinato, i vescovi e ogni presbitero nella Chiesa di Cristo Gesù.

Il potere di perdonare i peccati, dato agli uomini, non deve intendersi né come potere assoluto e neanche come potere arbitrario, come potrebbe far intendere il testo sacro: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. Non è questo il significato e neanche la volontà di Cristo Gesù. Nulla dipende dalla volontà dell’apostolo o del presbitero. L’apostolo o il presbitero è voce di Cristo che dice ad ogni paralitico dell’anima: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati”. Sempre dovrà rimanere voce di Cristo, ma anche cuore di Cristo, misericordia di Cristo, compassione e pietà di Cristo. Nel momento in cui dovesse divenire non voce di Cristo, tradirebbe il suo mandato, il suo ministero, la sua missione. Cristo è voce del Padre, perché solo il Padre può perdonare i peccati, perché ogni peccato è grave offesa alla sua divina ed eterna maestà. Il Padre ha dato ogni potere a Cristo, Cristo ha dato ogni potere ai suoi apostoli. Il mandato di Gesù agli apostoli è di chiarezza divina: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Nessuna differenza!

Il punto di riferimento per il perdono dei peccati è il Padre. Non è Cristo Gesù. Non sono gli apostoli e neanche i presbiteri. Quando il Padre perdona i peccati? Quando un uomo riconosce la sua colpa, vuole ritornare nell’obbedienza alla sua Legge, vivendo nella sua Alleanza con vera e sincera conversione, e chiede umilmente perdono. Conoscenza, pentimento, conversione, richiesta di perdono, perdono donato sono una cosa sola, una unità indivisibile. Davide vi aggiunge un’altra condizione: una volontà così forte di non peccare, che diviene preghiera al Signore perché gli crei un cuore nuovo e gli dia uno spirito forte e rinnovato: “Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo” (Sal 51,12). L’invito alla conversione e al ritorno nell’alleanza per ottenere il perdono e la riconciliazione, è il grido di tutti i profeti. Così Isaia: “Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Is 55,6-9). Il peccato non è un sentimento del cuore. È una trasgressione di un comandamento.

Salito su una barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini (Mt 9,1-8).

Oggi vi è molta confusione sul peccato. Lo si vuole far dipendere dalla coscienza di ogni uomo. Una verità va però gridata con forza: la Legge del Signore è oggettiva, così anche il peccato è oggettivo, è azione cattiva, empia, malvagia, è desiderio iniquo, è parola blasfema che produce male fisico e spirituale. Il male prodotto dal peccato – insulto a Dio, disonore ai genitori, omicidio, adulterio, furto, falsa testimonianza, desideri di adulterio o di furto – non sono mali fittizi. Sono mali reali, spirituali, fisici. Tu uccidi una persona. Non puoi dire: “Per me non è omicidio”. La vita è stata tolta. Tu commetti peccato di adulterio, distruggi una famiglia. Non puoi dire: “Non ho fatto nulla di male”. C’è un male oggettivo, reale, fisico. La Legge non la scrive la coscienza. Essa è data alla coscienza. Se diciamo che è la coscienza che dichiara valida o non valida la Legge di Dio, applicabile o non applicabile ad essa, si fa dell’uomo il solo ed unico soggetto legislatore della sua vita. Ora Legislatore della vita dell’uomo è solo Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da questo pensiero satanico.