PERCHÉ È IL CONSACRATO DEL SIGNORE

VENERDÌ 24 GENNAIO (1Sam 24,3-21)

Quanto è grande il cuore di un uomo? Tanto quanto è forte per rimanere nella Legge del suo Dio e Signore. Non esiste cuore più grande di quello di Gesù Signore. Dal primo istante in cui vide la luce sulla nostra terra fino all’ultimo in cui chiuse gli occhi sulla croce, sempre è rimasto nella più pura e santa volontà del Padre suo. Da Crocifisso, mai si è lasciato muovere da un pensiero, un sentimento, una volontà non santissimi. Lo attesta la sua preghiera per implorare il perdono dei suoi carnefici e la scusa addotta perché il Padre perdonasse ogni colpa. Anche il cuore di Davide è grande, ma infinitamente distante dalla grandezza del cuore di Cristo Gesù. Le sue imperfezioni in ordine alla perfetta obbedienza ai Comandamenti del suo Dio e Signore sono ancora tante. Il cammino da fare è molto lungo, lunghissimo. Tuttavia oggi ci attesta rispetto e riverenza verso il consacrato del Signore. Avrebbe potuto ucciderlo, ma non lo ha fatto. Il consacrato è sacro e nessuno può stendere la mano contro di lui.

In quei giorni, Saul scelse tremila uomini valorosi in tutto Israele e partì alla ricerca di Davide e dei suoi uomini di fronte alle Rocce dei Caprioli. Arrivò ai recinti delle greggi lungo la strada, ove c’era una caverna. Saul vi entrò per coprire i suoi piedi, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla caverna. Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti dice: “Vedi, pongo nelle tue mani il tuo nemico: trattalo come vuoi”». Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore». Davide a stento dissuase con le parole i suoi uomini e non permise loro che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via.

Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore!». Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Davide disse a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice: “Ecco, Davide cerca il tuo male”? Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna; mi si diceva di ucciderti, ma ho avuto pietà di te e ho detto: “Non stenderò le mani sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore”. Guarda, padre mio, guarda il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c’è in me alcun male né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per sopprimerla. Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti; ma la mia mano non sarà mai contro di te. Come dice il proverbio antico: “Dai malvagi esce il male, ma la mia mano non sarà contro di te”.

Contro chi è uscito il re d’Israele? Chi insegui? Un cane morto, una pulce. Il Signore sia arbitro e giudice tra me e te, veda e difenda la mia causa e mi liberi dalla tua mano».
Quando Davide ebbe finito di rivolgere a Saul queste parole, Saul disse: «È questa la tua voce, Davide, figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. Poi continuò rivolto a Davide: «Tu sei più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho reso il male. Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me e che il Signore mi aveva abbandonato nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Quando mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare sulla buona strada? Il Signore ti ricompensi per quanto hai fatto a me oggi. Ora, ecco, sono persuaso che certamente regnerai e che sarà saldo nelle tue mani il regno d’Israele».

Davide ci insegna il rispetto verso i consacrati del Signore. Non spetta a noi giudicarli, criticarli, disprezzarli, insultarli. A noi il Signore chiede rispetto, onore, riverenza, obbedienza in quello che ci dicono: “Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno” (Mt 23,3). Nessun giudizio e nessuna mormorazione appartiene al discepolo di Gesù. Né a noi è dato il permesso di sindacare quanto l’altro dice e opera. A noi il Signore chiede una cosa sola: dimorare nella sua Legge Santa, nel suo Vangelo, nella sua giustizia, con piena obbedienza alla sua Parola. Questo non significa che dobbiamo dichiarare vera la falsità e proclamare l’ingiustizia giustizia. Si deve fare questo però con rispetto e dolcezza, rimanendo noi nella più pura verità e giustizia. Il Vangelo si vive dal Vangelo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano viva il Vangelo secondo il Vangelo.