SAUL, MIO PADRE, CERCA DI UCCIDERTI

GIOVEDÌ 23 GENNAIO (1Sam 18,6-9; 19,1-7)

Il Signore da Saul ha ritirato il suo Santo Spirito. Il re viene assalito da uno spirito sovrumano di gelosia che lo consuma nel cuore, nello spirito, nell’anima. Davide non era nel campo di battaglia, quando Golia ha sfidato le schiere di Israele. Saul ha ascoltato la sfida, ma si è guardato bene dall’affrontare il Gigante e così nessuno dei suoi soldati lo ha affrontato. Davide invece lo ha sfidato e lo ha vinto nel nome del Signore. È giusto che gli venga riconosciuta la gloria che è di Dio, ma anche sua come strumento nelle mani del Signore. Le donne d’Israele riconoscono quanto Davide ha fatto e cantano di gioia ed esultanza. Saul diviene geloso e da questo momento nel suo cuore entra lo spirito del male come spirito di gelosia e gli crea un invincibile volontà e desiderio di morte verso Davide. È come se lo spirito del male dicesse a Saul: “Finché Davide vive tu sarai considerato sempre meno di lui. Verrà anche il momento in cui vorranno che lui diventi re al tuo posto. Uccidilo e il trono sarà tuo per sempre”. Questa volontà, sempre alimentata dallo spirito di gelosia, cresce nel suo cuore e si trasforma in reale volontà di uccisione. La morte di Davide è vista coma la sola via possibile di pace. La sua morte è la tua pace. La sua vita è la tua morte. Per lo spirito sovrumano della gelosia Davide deve morire. La decisione è presa. Davide va ucciso. Ma Davide è stato scelto da Dio, non si è scelto. Il Gigante lo ha ucciso nel nome del Signore degli eserciti, non nel proprio nome. Se Dio lo ha scelto e lo ha condotto alla vittoria, potrà permettere che venga ucciso? Mai. La salvezza di Davide è solo dal Signore. Davide veramente può dire: “Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele –, se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera. Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; allora ci avrebbero sommersi acque impetuose. Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra” (Sal 124 (123). Non c’è salvezza se non dal Signore nostro Dio.

In quei giorni, mentre Davide tornava dall’uccisione del Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d’Israele a cantare e a danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i tamburelli, con grida di gioia e con sistri. Le donne cantavano danzando e dicevano: «Ha ucciso Saul i suoi mille e Davide i suoi diecimila». Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dati mille. Non gli manca altro che il regno». Così da quel giorno in poi Saul guardava sospettoso Davide. Saul comunicò a Giònata, suo figlio, e ai suoi ministri di voler uccidere Davide. Ma Giònata, figlio di Saul, nutriva grande affetto per Davide. Giònata informò Davide dicendo: «Saul, mio padre, cerca di ucciderti. Sta’ in guardia domani, sta’ al riparo e nasconditi. Io uscirò e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e parlerò in tuo favore a mio padre. Ciò che vedrò te lo farò sapere». Giònata parlò dunque a Saul, suo padre, in favore di Davide e gli disse: «Non pecchi il re contro il suo servo, contro Davide, che non ha peccato contro di te, che anzi ha fatto cose belle per te. Egli ha esposto la vita, quando abbatté il Filisteo, e il Signore ha concesso una grande salvezza a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?». Saul ascoltò la voce di Giònata e giurò: «Per la vita del Signore, non morirà!». Giònata chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Giònata introdusse presso Saul Davide, che rimase alla sua presenza come prima.

Per salvare Davide da morte certa il Signore si serve di Gionata. Come? Creando nel cuore del figlio del re una fortissima amicizia verso Davide. È come se il cuore di Gionata fosse il cuore di Davide e il cuore di Davide il cuore di Gionata. Le vie di Dio per la salvezza dei suoi amici sono avvolte da un mistero impensabile, inimmaginabile. Come è infinita la sua sapienza, così infinite sono le vie del Signore. Questa verità deve creare nel cuore una sola certezza: nella mia fedeltà a Lui sempre il Signore troverà per me una via di salvezza. Anche sulla croce c’è salvezza per i suoi giusti. La sofferenza serve a provare la nostra fede, essa mai è la nostra sconfitta. Per il giusto la prova è per la sua vittoria, non per la vittoria su di lui dei suoi nemici. È verità eterna.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci di fede vera nella salvezza misteriosa del nostro Dio.