vangelo del giorno

Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini

Dn 3,25.34-43; Sal 24,4.9a; Mt 18,21-35.
21 MARZO

La misericordia di Dio non è solo condizionata alla nostra misericordia, ma è anche data in previsione, in vista della nostra misericordia. Il servo dal debito impagabile è stato liberato da ogni suo obbligo in previsione che anche lui avrebbe liberato da ogni debito quanti erano servi come lui, uguali a lui. Lui non ha condonato il debito del servo e il suo debito impagabile è tornato sulle sue spalle. Questa verità deve essere per tutti un severo monito. Il perdono di Dio non è assoluto. Una volta dato, resta donato. Esso è sempre dato “sub condicione”. Ti perdono, se tu perdonerai tutti i tuoi debitori. Ma anche noi, quando chiediamo perdono, diciamo al Signore: “Perdona a noi i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori”. Diamo a Dio il metro, la misura, il sacco della sua misericordia. Se il nostro sacco è vuoto, anche quello di Dio si svuota.

Altra legge della misericordia vuole che prima si entri nella giustizia. Ed è giustizia la piena osservanza di ogni comandamento, che obbliga a restituire ciò che è stato defraudato a Dio e agli uomini, tolto a Dio e agli uomini, con adeguata riparazione. Un ladro, per entrare nella misericordia del perdono, deve restituire ciò che ha rubato. Uno che ha detto calunnie, false testimonianze, deve riparare ad ogni voce maligna da lui sparsa nei cuori. Uno che ha tolto a Dio il suo giorno, anche questo è giusto che venga donato al Signore. Ciò che è dell’altro mai potrà essere nostro. Togliamo dalla nostra casa e dal nostro cuore ciò che è dell’altro, diamo all’altro ciò che è suo e Dio darà a noi l’abbondanza della sua misericordia, del suo perdono, della sua pietà. Questi obblighi in ordine alla misericordia non vengono più predicati. È un male grande!

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Indipendentemente se l’altro dona, non dona, vuole, non vuole il perdono, la Parola di Gesù è limpida. A noi è chiesto di perdonare sempre. Per quanto dipende da noi, sempre dobbiamo essere strumenti della pace di Dio. Anzi, Gesù ci invita ad essere noi ad offrire il perdono, la riconciliazione. Ci vuole come il Padre suo. È il Padre che ha mandato Gesù come vittima di espiazione per i peccati del mondo. L’uomo può accogliere Cristo e anche rifiutarlo. Il Signore però risulterà giusto agli occhi dei dannati. Nessuno lo potrà accusare di poco amore, poca misericordia, poca pietà.

È questo il nostro peccato che consuma e distrugge tutto il Vangelo: non crediamo più che il Signore metterà anche noi nelle mani degli aguzzini se non avremo perdonato di cuore ai nostri fratelli, se non saremo entrati nella più grande giustizia. Il nostro peccato ha ridotto a menzogna la Parola di Gesù. Contro il Vangelo noi diciamo che Dio non giudica, che non vi è alcuna perdizione, alcuna sentenza di morte eterna, alcun obbligo di giustizia. Riducendo il Vangelo a falsità, tutta la vita dell’uomo diviene falsità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità del Vangelo.