vangelo del giorno

Si gettavano su di lui per toccarlo

21 GENNAIO (Mc 3,7-12)

È sufficiente leggere qualche racconto antico di miracolo per contatto e subito appare la differenza tra la grande fatica spirituale di Elia e di Eliseo e la leggerezza, la semplicità, la facilità dei miracoli operati da Gesù. Leggiamo e comprenderemo.

In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità» (1Re 17,17-24).

Eliseo disse a Giezi: «Cingi i tuoi fianchi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del ragazzo». La madre del ragazzo disse: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Allora egli si alzò e la seguì. Giezi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c’era stata voce né reazione. Egli tornò incontro a Eliseo e gli riferì: «Il ragazzo non si è svegliato». Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, coricato sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì e si coricò sul bambino; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani sulle mani di lui, si curvò su di lui e il corpo del bambino riprese calore. Quindi desistette e si mise a camminare qua e là per la casa; poi salì e si curvò su di lui. Il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. Eliseo chiamò Giezi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando lei gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». Quella entrò, cadde ai piedi di lui, si prostrò a terra, prese il figlio e uscì (2Re 4,29-37).

La leggerezza di Gesù è infinita superiorità nell’amore, nell’obbedienza, nella carità, nella verità, nella giustizia, nella mozione dello Spirito Santo. La santità di Cristo Gesù è talmente alta, potente, grande da non opporre alcuna resistenza alla grazia del Padre che vuole operare salvezza per mezzo del suo corpo. La differenza è nella santità. La santità è differente perché diversa è l’obbedienza. Gesù è tutto del Padre sempre, in ogni istante, in ogni cellula del suo corpo, del suo spirito, della sua anima. Nulla di Gesù è di Gesù. Tutto è del Padre. Attraverso il suo corpo il Padre può manifestare tutta la sua divina onnipotenza di salvezza. Possiamo dire che Gesù è più che vetro purissimo, finissimo nelle mani del Padre e per di più senza neanche un granello di polvere. Chi tocca Cristo, tocca il Padre. Per questo all’istante viene guarito.

Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Gesù non è stato mandato solo per guarire i corpi. Lui deve redimere l’uomo, salvarlo dal suo peccato, che è l’idolatria, la falsità del suo rapporto religioso con il suo Signore. Deve istruire, educare, formare queste folle alla verità e per questo chiede ai discepoli che mettano a sua disposizione una barca. Dal mare, sulla barca, può parlare senza essere toccato, strattonato, agitato dal vento della folla che si abbatte su di Lui. Può creare la vera speranza nel cuore di tutti. Le malattie vengono, vanno, ritornano. La speranza è luce potente che ci fa vivere in ogni malattia, povertà, miseria fisica. I veri operatori delle opere di misericordia sono quelli che sanno creare vera speranza nei cuori. Gesù è il più grande operatore di misericordia. Lui crea la più vera speranza.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci creatori di vera speranza.