vangelo del giorno

Signore, dacci sempre questo pane

12 APRILE (Gv 6,30-35)

Ciò che Gesù dice su Mosè è vero. Non è stato Mosè a dare la manna nel deserto. Mosè era assillato dal popolo che chiedeva pane. Lui non sapeva in alcun modo come provvedere. È stato il Signore che ha promesso a Mosè il dono di questo pane prodigioso, o meglio della materia per fare il pane ogni giorno. La manna è il frutto della misericordia del Signore ma anche segno della sua onnipotenza. La terra non dava la materia per il pane, Dio gliela dona facendola produrre al suo cielo.

Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno».

Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: «Questa sera saprete che il Signore vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto e domani mattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?». Mosè disse: «Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore».

La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. Ecco che cosa comanda il Signore: “Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone che sono con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda”». Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant’anni, fino al loro arrivo in una terra abitata: mangiarono la manna finché non furono arrivati ai confini della terra di Canaan. (Cfr. Es 16,1-36).

Dio con Mosè ha dato un pane che non conserva in vita. Non si tratta della vita del corpo, ma della vita dello spirito, dell’anima, della vita dell’obbedienza ad ogni comando del Signore. Il pane invece che dona Cristo Gesù, che è Cristo Gesù, che è pane di parola, pane di carne, acqua di sangue, dona invece la vita eterna, conserva per la vita eterna, fa vivere della stessa vita di Dio, ci rende immuni da ogni morte spirituale. È questo il frutto del pane che oggi Gesù promette ai Giudei. Essi sono disposti anche ad accoglierlo, ma sempre come pane materiale, solo come pane materiale. Loro sono ancora di materia e si nutrono di materia. Non sanno cosa è lo spirito, l’anima. Spirito e anima si nutrono di Dio e Gesù dona Dio come loro cibo.

Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Opera più grande della misericordia e dell’onnipotenza di Dio che possa superare l’Eucaristia non esiste, mai esisterà. L’Eucaristia, questo stupendo, perenne, senza interruzione, miracolo del Signore, per il mistero della Chiesa, consente a Dio nel suo mistero di unità e trinità, ma anche di incarnazione e redenzione, di darsi in cibo ad ogni uomo, in ogni luogo della terra. Il più povero, il più misero, il più fragile presbitero, ha in mano questa divina onnipotenza: fa l’Eucaristia e dona Dio come vero nutrimento ad ogni cuore, perché esso possa vivere per il Signore, senza mai vedere la morte.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci amare l’Eucaristia.