Solo colui che viene da Dio ha visto il Padre
Tutti i profeti dell’Antico Testamento vengono da Dio. Nessun vero profeta potrà mai venire da se stesso. Chi viene da se stesso non può essere che un falso profeta. Amos attesta questa verità con grande vigore ad Amasia, sacerdote di Betel, il quale non era più da Dio, ma dal re.
Amasia, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboamo, re d’Israele: «Amos congiura contro di te, in mezzo alla casa d’Israele; il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: “Di spada morirà Geroboamo, e Israele sarà condotto in esilio lontano dalla sua terra”». Amasia disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritirati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasia e disse: «Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele. Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: “Non profetizzare contro Israele, non parlare contro la casa d’Isacco”. Ebbene, dice il Signore: “Tua moglie diventerà una prostituta nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà divisa con la corda in più proprietà; tu morirai in terra impura e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra”» (Am 7,10-17).
Quando un sacerdote, che deve essere sempre da Dio, è dal popolo, dalla storia, dall’uomo, chiunque esso sia, è un falso sacerdote, perché è un falso profeta. Non è più dal suo Signore. Anche Gesù, nella Sinagoga di Nazaret, attesta di essere da Dio, da Lui mandato, inviato.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,16-21).
Gesù però è infinitamente più che in tutti i profeti, più che stesso Adamo, che viene direttamente dalle mani di Dio, da Lui impastato, da Lui ricolmato del soffio della vita. Gesù non viene dalle mani del Padre, non viene dalla sua scelta, non viene per missione, non viene per vocazione, neanche viene per creazione diretta. Lui viene per generazione eterna. Non viene dalla natura del Padre. Lui è la stessa natura del Padre, nella quale sussistono le tre divine Persone. Lui è generato come Persona Eterna dal Padre, in principio, prima di tutti i secoli. Gesù non vede il Padre, è nel Padre, dimora eternamente nel suo seno. Il Padre è il suo stesso cuore, la sua stessa vita. Questa verità è unica, solo sua. Ogni altro uomo viene per creazione, viene per vocazione, viene per missione, viene dalla sua volontà.
Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,31-51).
Al cristiano è chiesta la franchezza di gridare al mondo che solo Cristo Gesù viene dal Padre, solo Lui dal Padre è stato generato, solo Lui nella sua Persona è vero Dio e vero uomo. È vero Dio perché generato dal Padre in principio, nell’eternità. È vero uomo perché la Persona divina è divenuta, si è fatta vero figlio dell’uomo, per opera della Spirito Santo, nel seno della Vergine Maria. Infatti è la Persona divina del Figlio che si fa carne, che diviene uomo. È Dio e si fa carne. È Figlio eterno del Padre e si fa figlio dell’uomo. La sua Parola è vera Parola di Dio, Parola infallibile, Parola che si compie, qualsiasi cosa essa dica, annunzi, profetizzi. Se la Persona è Dio, essa può dire solo Parole di Dio. La sua è profezia purissima. Se Gesù dice che ci darà la sua carna da mangiare, la sua è Parola di purissima verità, è profezia che di certo si compirà. Una cosa però non va mai dimenticata. La profezia sempre si compie secondo le modalità di Dio, non secondo i pensieri dell’uomo. Verità e modalità della profezia sono da Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera fede in Cristo Gesù.