vangelo del giorno

Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo

14 APRILE (Gv 12,1-11)


Con un po’ di arditezza teologica vogliamo leggere il gesto che Maria compie su Gesù come attuazione di una altissima profezia contenuta nel Libro del Siracide. Cristo Gesù è la Sapienza di Dio. Qual è uno dei compiti della sapienza? Spargere tra gli uomini il suo intenso profumo. Maria unge di unguento profumato Gesù e lo consacra visibilmente Sapienza del padre in quest’ora in cui l’uomo già lo aveva condannato a morte. Il popolo di Israele decide di uccidere Gesù. Maria invece con il suo gesto profetico decide diversamente. Gesù è solennemente consacrato visibilmente Sapienza divina, radiosa, indefettibile, immortale in mezzo al suo popolo. È grande il gesto di questa donna. Essa dona verità, onore, luce a Gesù Signore. 

La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria. «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio. Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio potessi risiedere. Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità. Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell’Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engàddi e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura e come un platano mi sono elevata. Come cinnamòmo e balsamo di aromi, come mirra scelta ho sparso profumo, come gàlbano, ònice e storace, come nuvola d’incenso nella tenda. Come un terebinto io ho esteso i miei rami e i miei rami sono piacevoli e belli. Io come vite ho prodotto splendidi germogli e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza; eterna, sono donata a tutti i miei figli, a coloro che sono scelti da lui. Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti, perché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi vale più del favo di miele. Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me avranno ancora sete. Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà» (Sir 24,1-22). 

Chi ha il cuore avido e concupiscente mai comprenderà i grandi gesti di rivelazione che Dio compie nella storia servendosi di persone semplici, pure, che amano secondo verità il Signore. il cuore impuro rende impura ogni cosa e il cuore cattivo dichiara cattive anche le cose più sante. Giuda è dal cuore impuro e mai potrà scorgere nel gesto dell’unzione di Maria il compimento di una altissima profezia dell’Antico Testamento. Non può perché non ha gli occhi dello Spirito Santo. Lui possiede occhi di peccato, occhi di tenebra, occhi di cattiveria e di malvagità, occhi di traditore. 

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Gesù risponde che i poveri si possono sempre soccorrere. Lui non sempre. Solo oggi. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci occhi di Spirito Santo.