vangelo del giorno

Un grande profeta è sorto tra noi

9 GIUGNO (Lc 7,11-17)

Oggi Gesù viene riconosciuto come vero grande profeta perché sul modello e sull’esempio di Elia e di Eliseo risuscita il figlio di una donna vedova. In tutta la plurisecolare storia di Israele nessun altro profeta ha risuscitato mai una sola persona.

Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare dal padre presso i mietitori. Egli disse a suo padre: «La mia testa, la mia testa!». Il padre ordinò a un servo: «Portalo da sua madre». Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il bambino sedette sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì. Ella salì a coricarlo sul letto dell’uomo di Dio; chiuse la porta e uscì. Chiamò il marito e gli disse: «Mandami per favore uno dei servi e un’asina; voglio correre dall’uomo di Dio e tornerò subito». Quello domandò: «Perché vuoi andare da lui oggi? Non è il novilunio né sabato». Ma lei rispose: «Addio». Sellò l’asina e disse al proprio servo: «Conducimi, cammina, non trattenermi nel cavalcare, a meno che non te lo ordini io». Si incamminò; giunse dall’uomo di Dio sul monte Carmelo. Quando l’uomo di Dio la vide da lontano, disse a Giezi, suo servo: «Ecco la Sunammita! Su, corrile incontro e domandale: “Stai bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta bene?”». Quella rispose: «Bene!». Giunta presso l’uomo di Dio sul monte, gli afferrò i piedi. Giezi si avvicinò per tirarla indietro, ma l’uomo di Dio disse: «Lasciala stare, perché il suo animo è amareggiato e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l’ha rivelato». Ella disse: «Avevo forse domandato io un figlio al mio signore? Non ti dissi forse: “Non mi ingannare”?».

Eliseo disse a Giezi: «Cingi i tuoi fianchi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del ragazzo». La madre del ragazzo disse: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Allora egli si alzò e la seguì. Giezi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c’era stata voce né reazione. Egli tornò incontro a Eliseo e gli riferì: «Il ragazzo non si è svegliato». Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, coricato sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì e si coricò sul bambino; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani sulle mani di lui, si curvò su di lui e il corpo del bambino riprese calore. Quindi desistette e si mise a camminare qua e là per la casa; poi salì e si curvò su di lui. Il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. Eliseo chiamò Giezi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando lei gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». Quella entrò, cadde ai piedi di lui, si prostrò a terra, prese il figlio e uscì (Cfr. 2Re 4,8-37).

Dio solo è il Signore della vita. L’uomo di Dio partecipa di questa qualità divina. Questa verità è mirabilmente rivelata nel Libro della Sapienza. L’uomo è solo datore di morte.

Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte, conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire. L’uomo uccide con la sua malvagità, ma non può far ritornare uno spirito che se n’è andato, né libera un’anima già accolta nel regno dei morti (Sap 16,13-14).

Cristo Gesù oggi viene riconosciuto come vero profeta del Dio vivente, più grande di Elia ed Eliseo. Essi dovettero “faticare” per riportare in vita due bambini.
In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Gesù risuscita un ragazzo con un solo ordine. La leggerezza, la facilità, l’assenza di fatica attestano la sua grande unione con Dio. Più si è uniti a Dio e più si è leggeri nel fare le sue cose. Quando fare le sue cose diviene pesante, è segno che con Dio non si vive di comunione forte, intensa. Non si è immersi in Lui come il ferro che diviene fuoco nel fuoco. Gesù non solo vive di intensissima comunione di amore obbedienziale con il Padre, è Lui stesso Dio, Figlio di Dio. La sua è parola creatrice come quella del Padre.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù.