Una cosa ancora ti manca

Osserviamo l’agire di Dio: a Noè il Signore aggiunge Abramo, ad Abramo Isacco, ad Isacco, Giacobbe, a Giacobbe Mosè, a Mosè Giosuè, a Giosuè i Giudici, ai Giudici Davide, a Davide i Profeti, ai Profeti Cristo Gesù a Cristo Gesù gli Apostoli, agli Apostoli Paolo. Sempre il Signore aggiunge ciò che manca o sul piano veritativo o su quello dell’azione. Che sarebbe stata la redenzione di Cristo senza gli Apostoli? Che sarebbero stati gli Apostoli senza Paolo? Anche Pietro aggiunge agli Apostoli i Diaconi consacrandoli per un mistero particolare, specifico. Così anche lo Spirito Santo: agli Apostoli aggiunge i Profeti, ai Profeti i Dottori, ai Dottori i Maestri, ai Maestri gli Evangelisti, agli Evangelisti ogni dono e carisma. La perfezione è dalla comunione di tutte queste “aggiunte” del Signore. Ogni carisma dona completezza all’altro. Si riceve, si dona, si porta a compimento. La luce e la verità sono perfette, nulla manca. Questo vale anche per ogni discepolo di Gesù: ognuno deve dare compimento e perfezione all’altro. Senza ricevere e senza donare, nessuna redenzione e salvezza sarà possibile. Il grande errore dei farisei e degli scribi del tempo di Gesù è l’aver bloccato tutto su Mosè. Ad essi mancava tutto ciò che è venuto dopo Mosè. Bloccandosi su Mosè, hanno bloccato la storia della salvezza. Cristo era per loro un mistero incomprensibile, fuori della loro verità. Mancavano loro tutti i profeti e tutti i saggi che si sono susseguiti dopo Mosè. Il rischio di bloccare la rivelazione è grande per tutti.

Quanto è detto sul piano della rivelazione, vale anche sul piano della morale, del retto comportamento. Sempre il Signore ha aggiunto moralità e moralità. Ai Comandamenti ha aggiunto il Codice della Santità, al Codice della Santità ha aggiunto la Legge del perdono e dell’amore perfetto che viene dai Profeti e dai Libri Sapienziali. Ai Profeti e ai Saggi ha aggiunto la moralità che nasce dal Discorso della Montagna. Non è quello di Dio un cammino che va dal meglio verso il peggio, ma un cammino che progredisce di moralità santa in moralità sempre più perfetta, eccellente. Sempre Lui aggiunge perfezione a perfezione. Oggi invece stiamo tutti rischiando di operare un processo inverso. Dalle Beatitudini si passa ai Comandamenti e dai Comandamenti alla loro non obbedienza. Dalla Legge si sta passando alla non Legge e dalle virtù al vizio, giustificando ogni cosa in nome della fragilità dell’uomo. Così dalla grazia scivoliamo nel peccato ed è la fine per il cristiano. Altro grave scivolone si sta compiendo ai nostri giorni: dall’oggettività della norma morale, della Legge, del Codice di Santità, del Discorso della Montagna, del Vangelo, delle virtù, si sta passando alla soggettività della coscienza personale, la quale ha l’ultima parola, contro la Parola di Dio, sul bene e sul male. Così dalla luce lentamente stiamo ritornando nelle tenebre, dal cristianesimo al paganesimo, da Cristo Gesù solo Redentore e Salvatore alla proclamazione di una moltitudine di redentori e salvatori.

Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre». Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!». Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco. Quando Gesù lo vide così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!». Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio». Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà» (Lc 18,18-30).

Quest’uomo interroga Gesù. Vuole sapere cosa deve fare per avere la vita eterna. Gesù gli risponde che la via verso la vita eterna è l’osservanza dei Comandamenti. Quegli risponde che lui i comandamenti li ha osservati fin dalla sua giovinezza. Chiediamoci: “Noi stiamo osservando i Comandamenti? Stiamo camminando verso la vita eterna?”. Chiediamo ancora: “Ma a noi bastano i Comandamenti? Ad essi non vanno aggiunte le Beatitudini? Non è il Discorso della Montagna oggi la via verso il Paradiso?”. Gesù fa presente la notabile che c’è qualcosa in più che il Signore vuole da lui. Il Signore gli chiede di lasciare il mondo nel quale abita ed entrare tutto nel mondo di Dio. Per questo deve disfarsi dei suoi beni, dare il ricavato ai poveri e poi porsi tutto a disposizione del suo Dio. Anche a lui è chiesto di aggiungere ciò che gli manda: il dono della sua vita a Dio, perché molti per suo tramite, la sua opera, la sua opera possano essere attratti da Cristo, dalla sua Parola per essere della verità, della giustizia, della santità. L’uomo si tira indietro a causa dei suoi molti beni. Non aggiunge ciò che gli manca. Rimane bloccato, prigioniero dei suoi beni. Non fa il passaggio nel regno di Dio. Finisce il suo cammino di fede, gli rimane solo un cammino religioso che non sempre conduce al Paradiso, perché la sola religione senza la fede attuale stanca e neanche più i Comandamenti si osservano.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutate ad aggiungere ciò che ci manca.