Vedendo non vedano e ascoltando non comprendano
La misericordia di Dio è la sua eterna verità rivelata all’uomo come unica e sola via perché tutto il suo amore in ogni dono di grazia possa riversarsi sull’umanità e per l’umanità sulla sua intera creazione. Per amore il Signore ha creato l’uomo. Per amore lo ha piantato nella sua verità. Rimanendo piantato nella sua verità, sempre l’uomo attingere la vita dalla divina ed eterna misericordia del suo Creatore e Signore. Chi vuole amare l’uomo secondo la pienezza dell’amore di Dio, perché possa nutrirsi di ogni suo dono di grazia, lo dovrà piantare nella divina verità, dalla quale è uscito, privandosi così di nutrirsi di vera vita. Chi lascia l’uomo fuori della divina verità si comporta come quegli uomini che vedono una balena spiaggiata e si affrettano a versare su di essa acqua con i secchi. Possono anche inondarla di amore, ma la balena morirà.
Chi vuole che la balena viva, deve nuovamente immergerla nella sua verità di natura che è l’acqua degli oceani. Chi vuole che l’uomo viva deve piantarlo negli abissi della divina verità, dalla quale attingerà ogni spirituale nutrimento per la sua anima, il suo corpo, il suo spirito. Anima e spirito si nutrono di Dio, non di pane. Ridurre la misericordia al solo corpo, è avere dell’uomo una visione assai lacunosa, anzi ereticale dello stesso uomo. È una antropologia miseria quella che esclude la verità come unico e solo principio di vita per l’uomo. Cristo Gesù conosce l’uomo. Sa come il Padre lo ha creato. Sa cosa gli manca per essere uomo. Lui viene e predica la Parola, nella quale è tutta la verità del Padre, dalla quale è la verità dell’uomo. Chi rifiuta la Parola, rifiuta di divenire uomo. Ama rimanere nella sua falsità. Dio nulla potrà fare.
Perché allora Gesù parla in Parabole, se la Parola dovrà essere data a tutti, se solo attraverso di essa si potrà entrare nella grazia e nella misericordia del Signore? Perché vi sono molti cuori che non solo amano essere i cultori della falsità e dell’idolatria, non vogliono che altri possano aprirsi alla Parola, accoglierla, piantarsi in essi. Perché la sua opera di piantagione nella Parola di molti cuori non venga compromessa dall’invidia e dal peccato di quanti si ribellano alla verità, Gesù parla in parabole. La parabola è opera della sua grande misericordia, compassione, carità. Parlando in parabole, chi deve comprendere, comprende, chi non deve comprendere non comprende. La salvezza è data a chi deve essere salvato. Non è data a chi non vuole essere salvato e non vuole che altri si salvino. Ognuno si può escludere dalla salvezza.
Poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere» (Lc 8,4-18).
Diciamo subito che la misericordia di Dio non è per tutti. Per tutti è la Parola della verità. Chi entra nella verità, perché si pianta nella Parola, si riveste della misericordia. Chi non entra nella verità, rimarrà in eterno escluso dalla misericordia. Per costoro sarà sempre data la Parola come via per accedere alla misericordia del perdono e della rigenerazione e della vera salvezza. Se la Parola viene rifiutata, si chiudono le porte di ogni altra misericordia. L’uomo non vuole entrare nella verità dalla quale è ogni misericordia. Per questo Cristo è venuto: per darci la verità, dalla quale è ogni grazia. Senza Parola niente verità, niente misericordia di salvezza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri ascoltatori della Parola.