Vi do un comandamento nuovo
Se osserviamo come Gesù ama nel Cenacolo, di certo anche noi impareremo a vivere quella stupenda carità che ricolma il suo cuore. Prima di ogni cosa osserviamo la sua umiltà. Lui è stato mandato dal Padre per insegnare ad ogni uomo come si vive di purissima obbedienza. Il Padre gli ha chiesto di umiliarsi dinanzi ai suoi discepoli, di prendere dinanzi ad essi il posto del servo e Lui lo ha fatto. Non si è sottratto a questa obbedienza. Lui da vero servo del Padre lava i piedi ai suoi discepoli, ma solo come segno visibile, dell’altra lavanda: quella dell’anima che avrebbe operato con il suo sangue. Gesù ama versando tutto il suo sangue perché ogni anima Venga lavata, purificata, santificata, fatta bella in esso.
In secondo luogo Gesù ama rimanendo sempre uomo di pace. Non mette i discepoli tutti contro il traditore svelando il suo nome. Svela il fatto, tiene nascosto il nome. Lo rivela solo a Giovanni. Ma di lui si può fidare. Sa che non avrebbe reagito e così è stato. Nonostante la presenza del traditore, nel Cenacolo regna la pace. Mai si devono mettere i discepoli gli uni contro gli altri o tutti contro alcuni. Sapere conservare un clima di pace, è obbligo di ogni discepolo del Signore. Per questo va ammirata l’eleganza della carità di Gesù Signore. Una carità che non sia elegante, signorile, sempre signorile, eccelsa, elevato, pura, di certo non è ancora vera carità secondo Dio. Nella carità Cristo è sublime, irraggiungibile, perché sapientissimo.
Per amare secondo Cristo Gesù anche quanti sono traditori e rinnegatori, bisogna essere liberi anche si lasciarsi tradire, rinnegare, vendere e comprare, catturare, condannare, inchiodare sul patibolo della croce. Gesù ama, sa amare perché è libero. Per questo suggerisce a Giuda di fare al più presto ciò che lui si è preposto di fare. Lui è pronto per andare in croce. In croce ci fa non perché tradito da Giuda, ma perché il Padre gli ha chiesto questa altra altissima prova di amore. Gesù deve attestare al mondo intero tutto l’amore che Lui nutre per il Padre suo. A Lui gli ha offerto tutta la vita prima che fosse nella carne quando era nell’eternità. Ora si tratta di concretizzare. Senza la libertà di morire per amore, mai conosceremo l’eleganza della carità.
Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. 25Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte (Gv 13,21-38).
Anche Pietro viene amato da Gesù di grandissimo amore. Sicuro di sé, quest’apostolo gli dice che è pronto a morire per Lui. Gesù gli risponde che ora non è tempo di morire. Anzi che proprio lui in questa notte, in piena notte, lo avrebbe rinnegato tre volte. Pietro non crede nella profezia del Maestro, ma Gesù non lo rimprovera. Gli dice solo l’evento. Ecco l’eleganza della carità di Gesù. Egli sa il grado di crescita spirituale di ogni suo discepolo e secondo questa crescita li serve, attendendo con divina pazienza che anch’essi crescano nell’amore, nella verità, nella giustizia, nella fortezza e sapienza dello Spirito Santo. Chi ama i fratelli, mai esige da essi più di quanto possono dare. Lavora però perché a poco a poco possano maturare e abbandonare in ogni opera buona. Questo è però un cammino ininterrotto, sempre agli inizi, mai compiuto. In questa eleganza, squisitezza di amore, sapienza, prudenza, libertà, cura, rispetto dei tempi e dei momenti Gesù va imitato. Secondo questo esempio a noi è chiesto di amare. Una carità rozza, rudimentale, violenta, superba, arrogante, non giova all’uomo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi insegnateci l’eleganza della carità.