Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà

Il compimento della volontà di Dio è ben oltre ogni desiderio immediato dell’uomo. Essa è nel superamento di questi interessi immediati, perché vi è un interesse superiore da realizzare, dal quale nasce un interesse generale, che supera infinitamente gli stessi interessi particolari di un momento, di alcune persone, anche degli amici più cari, dello stesso padre e della stessa madre. Si rinuncia ad una cosa, se ne ottiene una più grande. Si sacrifica un bene immediato, per averne uno eterno. Perché la volontà di Dio si compia, non solo la si deve conoscere, ma anche si deve chiedere a Lui ogni fortezza nello Spirito Santo per poterla realizzare.

Attualmente interesse particolare degli Apostoli è quello di stare con Gesù. È cosa bella fare tre tende e rimane sul monte in santa contemplazione. È cosa ottima stare chiusi nel Cenacolo e dialogare fino al sorgere del nuovo giorno. È cosa attraente per i discepoli la compagnia di Cristo Gesù. Tutto è bello. Ma si tratta di un bene effimero, inutile, che non produce salvezza. È un bene senza alcuna universalità, privo di ogni trascendenza, durata, eternità. È un bene già morto. Gesù invece vuole per i discepoli e per il mondo intero un bene di vera salvezza, vera redenzione, un bene universale, per tutti, dalla durata eterna.

Per produrre questo bene Lui dovrà lasciare i suoi discepoli. Questo bene si produce in un solo modo: passando per la via dolorosissima della passione, della crocifissione, della morte, della sepoltura. Per un bene eterno i discepoli dovranno privarsi del Maestro solo per tre giorni. Ne vale proprio la pena. Vale anche la pena se si dovessero privare anche per un secolo o più secoli. Quali sono i benefici di questa privazione? Gesù ritornerà, ma non sarà più limitato nel tempo e nello spazio. Potrà essere tutto, sempre, con ogni suo discepolo che andrà per il mondo a predicare la buona novella della pace, il Vangelo della Salvezza.

Inoltre Cristo Signore non sarà un corpo solamente da toccare. Sarà un corpo, un’anima, uno spirito da mangiare, mangiando lui, si mangia Dio Padre e lo Spirito Santo perché diventino sua vita. Questi benefici non valgono solo per i Dodici, ma per tutti coloro che crederanno nel suo nome e si lasceranno battezzare nascendo a vita nuova da acqua e Spirito Santo. Da una separazione momentanea, di pochissimi giorni, nasce un bene universale, eterno, divino. Cristo si fa tutto di tutti allo stesso tempo, nei mille luoghi dove ogni suo discepolo vive ed opera. Questo sacrificio sempre chiede il Signore. Un sacrificio “effimero” per un bene divino.

Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,16-24).

Gesù sempre chiede ad ogni suo discepolo la rinuncia ad un bene di pochi istanti perché venga prodotto un bene divino ed eterno. Chiede la rinuncia anche del corpo perché si possa generare vita vera per tutta l’umanità. Anche la rinuncia a beni della terra lui chiede perché una persona possa dedicarsi interamente al supremo bene della diffusione della sua Parola. Se però manca la visione del bene supremo, soprannaturale, della salvezza eterna, della creazione di una più grande comunione con Dio, i beni effimeri del momento, anche le gioie futili della vita diventano il nostro padrone, leghiamo il cuore al momento, dimentichiamo i beni veri, superiori, divini, consumiamo la nostra vita nel nulla. Lavoriamo per perdere tutto, senza alcun guadagno. Gesù lo dice: “A che serve ad un uomo se guadagna il mondo intero e poi perde la sua anima? O cosa sarà l’uomo in cambio della propria anima?”. Gesù non si è lasciato tentare dall’amore per i suoi discepoli. Neanche ha subito mai alcun influsso dall’amore per la Madre sua. Mai un solo uomo lo ha tentato, trattenuto, gli ha impedito o lo ha rallentato nel perfetto compimento della volontà del Padre suo. Gesù è l’uomo libero per la realizzazione del bene universale ed eterno più grande. Tutti gli altri beni, anche i più santi, li ha sacrificato, sacrificando se stesso sulla croce. È il mistero del vero amore. Amare per l’effimero è sciupare una vita.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci a lavorare per l’amore vero.