vangelo del giorno

 Vide anche una vedova povera

23 NOVEMBRE (Lc 21,1-4)

 

Vi è una differenza tra la vedova del tempo di Elia e quella incontrata da Gesù nel tempio di Gerusalemme. La vedova di Elia viene messa alla prova nella fede. Il profeta le dona un comando ed essa obbedisce. La sua fede viene premiata. Lei ascolta e per tre anni e sei mesi può attingere ogni giorno dalla sua giara e dal suo otre.

Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non era piovuto sulla terra. Fu rivolta a lui la parola del Signore: «Àlzati, va’ a Sarepta di Sidone; ecco, io là ho dato ordine a una vedova di sostenerti». Egli si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia (1Re 17,7-16).

La vedova del tempio di Gerusalemme non riceve una parola esteriore, del profeta del Signore che le comanda di gettare tutto quanto possiede nel tesoro del tempio. Lei vive di una voce ancora più potente, più forte. Vive in perfetta comunione con lo Spirito Santo ed è Lui che la illumina, la muove, la ispira perché possa dare testimonianza della ricchezza della vera fede quando questa vive in un cuore. Questa potente voce interiore è la nostra vera ricchezza. Per questa voce sempre rendiamo vera testimonianza al Signore. Ma perché questa voce possa agire, parlare, muovere, ispirare occorre una nostra altissima moralità, una vera lontananza dal male, un attaccamento al bene, la sequela delle regole della giustizia e della verità, il santo timore di Dio che governa tutta la nostra vita. Una vita immorale scaccia lo Spirito Santo dal nostro cuore. Noi veniamo abbandonati a noi stessi.

È quanto accade con i ricchi. Costoro non vivono nella giustizia e nella verità. Non sanno condividere la loro ricchezza, non ne fanno uno strumento di carità e di elemosina, non seguono le vie della rettitudine e della condivisione. Offrono qualcosa a Dio, senza però privarsi di nulla. Non consumano nessun sacrificio personale in onore del loro Dio, né per il suo tempio e neanche per gli uomini suoi figli. Conducono una esistenza nella quale Dio è solamente una cosa tra le cose, anzi addirittura un’appendice secondaria per la loro vita. Lui non è l’essenza, la sostanza, la verità, il presente e il futuro della loro anima e dello stesso loro corpo. Dio è accanto a loro e come tale va trattato, cercato, servito. Ma Dio mai potrà essere accanto. Lui è il Principio, la Fonte, la Sorgente, la Provvidenza, la Verità di ogni vita.

Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

I ricchi hanno il necessario ed anche il superfluo. La donna non possiede neanche il necessario, ma solo l’indispensabile. Essa si sa privare anche di questo pochissimo che possiede e ne fa un sacrificio al suo Dio. Possiede una certezza di fede nel cuore: se io servo il mio Dio con tutta me stessa, il mio Dio mi servirà con tutto se stesso. Per fare questa equazione di servizio si deve essere nella perfetta comunione dello Spirito Santo. Essa si compie quando la nostra moralità è alta e il timore del Signore guida ogni nostro passo. Senza alta moralità, si può cadere nel tentare il Signore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero servizio.