Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando

Gesù non vuole persone che corrano dietro di Lui, inseguendo i propri pensieri. Vuole dei veri amici ed è suo amico chi fa la sua volontà, chi osserva i suoi comandamenti, chi ascolta e mette in pratica la sua Parola. Solo costoro sono i suoi amici. Degli altri non conosce nessuno. Non conosce nessuno sulla terra, non conosce nessuno dinanzi al Padre suo. Se i suoi discepoli credessero veramente nelle sue parole, di certo cambierebbe vita. Farebbero di tutto per essere suoi veri amici. Invece quasi tutti rischiamo di non essere da Lui conosciuti.

Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco” (Mt 25,8-12).

Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi» (Lc 13,22-30).

Se tutti noi credessimo in queste Parole che Gesù ha detto per noi e non per gli altri, di certo daremmo una svolta radicale alla nostra esistenza. Sul serio inizieremmo a vivere secondo la sua Parola. Realmente diventeremmo persone evangeliche. Mai ci discosteremmo dalla sua Santa Legge. Invece tutti crediamo nelle favole artificiosamente inventate dai falsi profeti e ci inabissiamo in una vita che nulla ha di evangelico e soprattutto mai ci permetterà di essere veri amici di Gesù Signore. Il danno per noi è eterno. Siamo privati nel tempo della vera amicizia con il Signore e saremo privati nell’eternità. Gesù non ci conosce oggi e neanche domani. Siamo tagliati fuori dalla sua amicizia, perché siamo tutti convinti che le sue Parole erano per gli Apostoli, ma non per noi. Noi siamo esentati dal vivere secondo il suo cuore.

Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 15,9-17).

Il discepolo di Gesù non è l’uomo della misericordia secondo il suo cuore. È chiamato ad essere l’uomo della misericordia secondo il cuore di Gesù Signore. Deve lui prestare il suo petto a Cristo, perché lo Spirito Santo prenda il cuore di Cristo e lo ponga al posto del suo, in modo che Gesù possa Lui continuare ad amare con il suo cuore di carne. Come Lui ha voluto che il Padre gli desse il suo cuore, perché per mezzo di esso, dalla carne, manifestasse il suo amore ad ogni creatura, così il discepolo deve privarsi del suo cuore e assumere il cuore di Cristo perché Cristo ami così come il Padre gli comanda. O il cristiano crederà che è Gesù che deve amare attraverso di lui, secondo il comando ricevuto dal Padre e che lo Spirito Santo momento per momento gli ricorda, oppure per Gesù non vi è alcuna possibilità di adempiere la sua missione. Il cristiano può far sì che Gesù oggi ami allo stesso modo di ieri, oppure gli può chiudere ogni porta e renderlo inefficace nel suo amore. Gesù questi amici cerca. Non cerca una moltitudine di persone che lo rincorrono per curare solo i propri interessi di misera ed effimera gloria mondana. Finché però non crederemo che la sua Parola mai tramonta e mai passa, sempre saremo discepoli inutili, vanitosi, capricciosi, superbi, millantatori, invidiosi, stolti. La fede in ogni Parola di Gesù è tutto per noi. Se però ci vergogniamo di dire che Lui esiste, quale possibilità abbiamo noi di diventare suoi amici? La nostra è fede stolta. La stoltezza non genera vita vera.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera fede in Cristo Gesù.